Alla fine degli anni Novanta ho dato vita ad un progetto di musica elettronica chiamato diagonal chains, influenzato da industrial ed EBM e da gruppi come Ministry, Nine Inch Nails, Pankow, Clock Dva e Front242. Un primo disco autoprodotto e distribuito nei circuiti dell'ormai defunto portal vitaminic.it conteneva 10 brani (con voce) vicini all'industrial metal. In seguito il sound di diagonal chains si modificò sensibilmente: la voce fu accantonata, il suono si ammorbidì e comparvero influenze riconoscibili in nomi come Boards Of Canada, Autechre e Aphex Twin. Con queste linee guida tra il 1999 e il 2000 ho registrato i dischi Minimum Identity e The Secret Sharer, sempre distribuiti attraverso vitaminic. Subito prima di cambiare il nome del progetto in aal, realizzai (nel 2001) un ulteriore disco (Across A Sea Of Suns, ancora distribuito da vitaminic) di segno ancora diverso, collocabile all'interno del filone drum'n'bass influenzato da photek e goldie. Per sottolineare la natura differente della musica contenuta in questo disco scelsi il nome SolenoiD ma la scelta fu abbastanza infelice in quanto non sapevo che esisteva già un omonimo progetto americano attivo da parecchio più tempo. Infatti, puntualmente, arrivò dagli USA una richiesta di cambiare il nome, cosa che feci italianizzandolo in SolenoidE. In seguito ho accantonato anche questo nome ritenendo a tutti gli effetti il disco Across A Sea Of Suns un prodotto nato per diagonal chains. Potete anche leggerne una recensione dell'epoca su rockit.it qui.
The Secret Sharer e Across A Sea Of Suns sono adesso disponibili in download gratuito nella loro interezza, attraverso la mia pagina http://aalmusic.bandcamp.com/ o direttamente qui sotto.
I titoli sono un omaggio (per l'inesauribile fonte di ispirazione) a omonimi romanzi di fantascienza: The secret sharer di Robert Silverberg e Across a sea of suns di Gregory Benford.
un endecasillabo al giorno #100 di Davide Valecchi
Pubblicato il 12 marzo 2014 di alessandratrevisan87
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L’idea mi è balenata nella testa un giorno in cui mi sono reso conto che forse, fra tutti i social network, proprio twitter, con la sua drastica limitazione a soli 140 caratteri per post, poteva rappresentare un mezzo ideale per immettere nella rete una quotidiana dose di poesia. Un solo verso al giorno: la giusta quantità.
Il nome del progetto, “Un endecasillabo al giorno”, non è esente da ironia: richiama infatti certi noti proverbi che ci invitano ad adottare salutari abitudini. E, almeno per quanto mi riguarda, non posso pensare a niente di più salutare dell’abitudine quotidiana alla poesia.
Il nome del progetto, “Un endecasillabo al giorno”, non è esente da ironia: richiama infatti certi noti proverbi che ci invitano ad adottare salutari abitudini. E, almeno per quanto mi riguarda, non posso pensare a niente di più salutare dell’abitudine quotidiana alla poesia.
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