lunedì 30 giugno 2014

Qualche immagine da Instagram

Qualche immagine dalla mia pagina Instagram, l'applicazione che rende tutti fotografi. Questi scatti non hanno la pretesa di essere considerati fotografia ma si inseriscono nello stesso percorso d'ispirazione che probabilmente trova maggiore compiutezza nella mia musica o in quello che scrivo.











venerdì 27 giugno 2014

GG ALLIN: un ricordo a 21 anni dalla morte

GG Allin è stato uno dei più esagerati performer che mai siano apparsi sulla scena del rock.
Nessuno è riuscito ad eguagliarlo per efferatezza di gesta. Marylin Manson al suo confronto è un personaggio da cartoni animati. Una vera  e propria bestia sul palco come nella vita, Allin è morto il 28 giugno 1993 a causa di un'overdose da eroina, poche ore dopo aver suonato il suo ultimo concerto a New York. Aveva 36 anni.





Titolare di una discografia sterminata, caotica e spesso registrata malissimo, il suo stile è sempre stato fedele ad un punk rozzo e violento, sulla falsariga dei Dead Boys, ma più "sporco e cattivo". Nella sua carriera ha collaborato con una miriade di artisti bene o male tutti gravitanti nei circuiti off del punk statunitense, come gli Antiseen, ma vantando anche prestigiosi cameo da parte di musicisti quali Dee Dee Ramone (Ramones) e J Mascis (Dinosaur jr). I suoi testi sono caratterizzati da temi quali stupro, perversioni sessuali, inni alla distruzione della società e a violenze di ogni tipo. La sua ribellione non aveva niente di programmatico ma era una mera esaltazione degli istinti umani più bassi. Il titolo di una delle sue canzoni più celebri (Drink, Fight and Fuck) contiene anche l'essenza della sua filosofia,  ovvero: bere, fare a botte e scopare. Niente messaggi, niente politica: solo una ferocia animalesca e autodistruttiva.
Eppure il fascino di questo "fenomeno" è innegabile. Come non amare un simile concentrato di idiozia e comicità involontaria? Se non fosse morto sono convinto che adesso sarebbe ricco. Nessuno ha mai osato quanto lui: i sui "marchi di fabbrica" erano la defecazione sul palco, gli atti di autolesionismo e le risse con il pubblico, a cui si dedicava ogni volta che poteva e che gli hanno causato una lunga lista di arresti, pare oltre i 50. Per chi conosce l'inglese potete leggere una colorita ricostruzione della sua "prima volta" qui: http://www.meanwhilebackinpeoria.com/blog/2013/1/19/shit-happened-gg-allins-notorious-1985-vfw-show-in-creve-couer-by-bob-gordon

Il mito di GG Allin continua ancora oggi e la sua leggenda è più forte che mai. 
Una volta, anni fa,  avevo in mente di dedicare un sito web ai gruppi e agli artisti decisamente eccessivi, un portale che avrei voluto chiamare "Gente di un certo livello"... Poi non ne ho fatto di niente ma di sicuro GG ne sarebbe stato un protagonista insieme ad altri pazzi come Whitehouse e Gerogerigegege. 
Lunga vita a GG Allin!





RIDE: Going Blank Again (1992, Creation Records)

Da oggi inizio a pubblicare un nuovo tipo di post (nuovo per questo blog, intendo). Si tratterà di "recensioni emotive" in cui parlerò dei dischi che amo in modo molto personale, pescando in un arco di tempo non prestabilito, ma cercando di mettere in luce la portata del loro impatto nel mio percorso di "formazione continua" in campo artistico. Il primo post è dedicato ad un mio grande amore dei primi anni '90, i Ride.


RIDE: Going Blank Again (1992, Creation Records)




1992: gruppo di punta della Creation Records di Alan McGee in quel periodo (insieme ai Primal Scream) e alfieri dello shoegaze, i Ride giungono alla prova del secondo album stemperando i furori noise del bellissimo debutto "Nowhere" (1990), in favore di composizioni più articolate ed eleganti. L'album è molto più "prodotto" rispetto al suo predecessore e la differenza si sente tutta. In pratica il noise è relegato solo alla coda dell'epica "Leave them all behind", pezzo di sicuro memorabile e altisonante dichiarazione di intenti, sparato subito all'inizio del disco in tutti i suoi gloriosi 8'16''. Il resto dell'album prosegue nei toni di una piacevole psichedelia virata pop che regala gioellini ancora oggi gustosissimi in cui si possono apprezzare gli intrecci chitarristici e vocali (con magnifiche armonizzazioni) del duo Andy Bell/Mark Gardener. Qua e là compaiono anche le tastiere, che fanno bella mostra ad esempio in "Chrome Waves", conferendo al brano una decisa nota wave molto evocativa. I Ride erano destinati al successo. Poi, nel 1994, la Creation mise sotto contratto gli Oasis e la storia proseguì non come avrebbero voluto i Ride, immagino. Significativo a questo riguardo il fatto che Andy Bell sia poi entrato negli Oasis come bassista (e, aggiungo io, sacrificando non poco il suo notevole talento di songwriter). 
Nel 1992 avevo 18 anni e questo disco (comprato a Londra, da Harrod's, in musicassetta) rappresentò per molti mesi "la" musica. Come chitarrista imparai subito i riff di "Leave them all behind" e quando ho iniziato a suonare anche il basso una tappa obbligata fu ripercorrere le note di quel glorioso giro. Dai Ride per primo ho imparato che gli accordi aperti (sulla chitarra) e la distorsione possono fare miracoli, permettendoti di suonare cose semplicissime ma di grande effetto. I Ride, con "Leave them all behind" in particolare, sono riusciti a suscitare in me quel perfetto insieme di sensazioni che (probabilmente da allora) ho sempre cercato di evocare in qualsiasi mia espressione artistica: nostalgia, sospensione, ineluttabilità, un senso di perdita inesorabile ma dai contorni dolci. Prima di loro avevo provato le stesse cose solo nei dischi degli amatissimi The Church. Non ho un nome per questa sensazione, forse dovrei chiamarla melanconia. Forse. 


Ride



lunedì 23 giugno 2014

Lirica in/familiare: poesie in mostra

Direttamente dalla homepage del Centro di Cultura Contemporanera di Palazzo Strozzi:




Giovedì 26 giugno, ore 21.00
CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze
Ingresso libero

EVENTO SPECIALE / Lirica in/familiare: poesie in mostra

Un gruppo di giovani poeti coordinati dalla poetessa Elisa Biagini sono i protagonisti di uno speciale percorso all’interno della mostra Questioni di famiglia (fino al 20 luglio, CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze). Ispirandosi alle opere della mostra, Beatrice Ciabini, Simona Cerri Spinelli, Hilde March, Valerio Orlandini e Davide Valecchi hanno scritto alcuni componimenti poetici che verranno letti all’interno di una speciale visita del percorso espositivo.
Soffermandosi di sala in sala, verranno letti i testi che creeranno originali e suggestivi nuovi punti di vista sulle opere della mostra.

martedì 17 giugno 2014

Inediti per "Questioni di famiglia"

Le poesie che seguono sono ispirate al lavoro degli artisti Trish MorrisseyJim Campbell e Nan Goldin, presenti fino al 20 luglio prossimo all'interno della mostra Questioni di Famiglia presso il Centro di Cultura Contemporanea (CCC) di Palazzo Strozzi a Firenze. Le opere esposte ed il concetto cardine della mostra sono stati il cuore degli ultimi mesi di indagine di un laboratorio di ricerca in scrittura poetica cooordinato da Elisa Biagini e che comprende, oltre al sottoscritto, anche i poeti Simona Cerri SpinelliBeatrice CiabiniSophie CurzonHilde March e Valerio Orlandini. I testi prodotti saranno letti dai poeti  del laboratorio Giovedì 26 giugno, dalle 21:00, proprio all'interno della mostra stessa. Rimando ad un post successivo per tutti i dettagli.



(Jim Campbell)
La struttura del ricordo
è scoperchiata:
ogni punto di luce
contiene la singola parte
e un’immagine intera.

Il fotogramma esatto
del tuo corpo nel suo tempo
si scompone, si ricompone,
ritornando uguale
a se stesso.


(Nan Goldin)
Dentro la fotografia
sei lontanissima:
nel proverbiale lampo di interezza
il materiale emerso è senza fine.

Una parola per ogni oggetto
che hai sfiorato
nel tempo tra il tuo indice
e il mio nome.




(Trish Morrissey)
La nostra sostituzione è terminata:
quello che eravamo
è una serie di segni
lasciati sulla terra smossa
solo il tempo del passaggio
di persone o animali.

Dentro la familiare rifrazione
cede il confine della sicurezza:
l’altra immagine
prende il sopravvento
e ci assomiglia
perfettamente.


giovedì 5 giugno 2014

Una pausa

Con l'evento di ieri, 4 giugno, inserito all'interno della seconda edizione del Festival of Arts presso l'Istituto Universitario Europeo,  nella bellissima cornice del giardino di Villa Schifanoia, si conclude per me la stagione delle sonorizzazioni e degli eventi poetici, almeno per tutto il 2014 e oltre. Molti progetti sono rimasti incompleti ed è venuto il momento di dedicare loro il tempo che sento necessario. Tra questi progetti sono compresi:

- una seconda edizione del mio libro del 2011 Magari in un'ora del pomeriggio, che uscirà in versione ebook per Prospero Editore con nuova introduzione, testi riveduti  e nuovi testi.
- la mia seconda raccolta poetica provvisoriamente intitolata La casa non finita
- un nuovo disco del mio progetto aal
- un nuovo disco della mia band Video Diva
- il primo disco del progetto H2R

Ringrazio di cuore tutti gli artisti, poeti, scrittori, critici, musicisti, editori che hanno condiviso, costruito, organizzato con me la lunga serie di eventi a cui ho preso parte dal 2011 ad oggi. Prima o poi tornerò da quelle parti.


martedì 3 giugno 2014

Memoir Impromptu

In occasione della seconda edizione del Festival of Arts che si tiene all'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, mercoledì 4 giugno, avrò il piacere di accompagnare con un un commento musicale le letture dei poeti del Laboratorio di Scrittura tenuto da Annarita Zacchi. Le letture saranno incentrate su tematiche ispirate ai testi di Agota Kristof mentre per la musica mi affiderò a sonorità ambient e dilatate con sfumature drone, simili a quelle presenti nei miei dischi in luce e disc1.


ore 19:30 
cortile di Villa Schifanoia,
Istituto Universitario Europeo, 
via Boccaccio 121, Fiesole (FI) 
ingresso gratuito