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Cristalli Sognanti: puntata 35

Venerdì 26 aprile alle 15, in streaming su https://www.fangoradio.com/, torna l'appuntamento con Cristalli Sognanti, un'ora di fantascienza e musica altra (sperimentale, ambient, elettronica ma non solo). 

In questa puntata, la numero 35, leggerò tre racconti, tutti scritti nel 1966, da tre mostri sacri della fantascienza: A ritroso (Playback) di Arthur C. Clarke, Le ore dell'amore (Lovemaking) di Frederik Pohl e Cephalotron (Cephalotron) di Thomas M. Disch, racconti originariamente pubblicati dalla rivista Playboy che ha ospitato narrativa di fantascienza per lunghi anni. Questi e altri racconti sono poi stati ripresi e tradotti per la benemerita rivista nostrana Gamma da Valentino De Carlo,  per un numero speciale del 1970 intitolato Progetto Uomo

Si tratta di racconti emblematici del rinnovamento che ha attraversato la narrativa fantascientifica negli anni '60 del secolo scorso, quando si affacciano con vigore in romanzi e racconti istanze sociologiche e sarcastiche parodie delle derive molto poco rassicuranti che già la società del tempo lasciava presagire. I migliori scrittori del genere (e i tre proposti sono assolutamente da annoverare tra essi), presagivano una società futura a tinte scure, claustrofobica, senza libertà, violenta e disumanizzante, in cui il connubio potere/tecnologia porta inevitabilmente a un peggioramento delle condizioni di vita dei poveri mortali come noi. Questo è vero senza ombra di dubbio per i racconti di Pohl e Disch, mentre per il racconto di Clarke, decisamente non parodistico o sarcastico come gli altri due, prevale invece la poesia dell'ignoto, il tema ultra-classico ed eminentemente clarkiano dell'incontro con l'altro e con l'altrove, un incontro che non si risolve ma che resta sospeso in uno straziante e malinconico limbo di incomunicabilità e solitudine. E, secondo me, è proprio in racconti come questo che la fantascienza entra nel cuore dei lettori per non andarsene mai più.

Per completare la puntata, in sottofondo, ascolteremo brani tratti da repertori provenienti dall'Elektron Musik Studion, un centro svedese che dal 1964 si occupa di sound-art, musica elettronica ed elettroacustica, registrati dal 1966 in poi, quindi, come da tradizione per la trasmissione, coevi dei racconti.  

Nell'immagine i contenuti della puntata, ascoltabile venerdì 26 aprile 2024 dalle 15 alle 16 e poi disponibile in podcast insieme a tutte le altre qui: https://www.fangoradio.com/shows/44




++++ SPOILER++++

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[Breve nota riguardo al racconto di Clarke: in questo racconto la voce narrante a un certo punto definisce se stessa come non più un essere vivente ma come una registrazione, più propriamente una registrazione conservata in un cristallo. Questo stesso espediente è alla base di un romanzo che amo alla follia e che considero uno dei più grandi capolavori dell fantascienza, Engine Summer di John Crowley (1979), in cui la voce narrante è appunto una registrazione conservata in un cristallo. Nonostante il romanzo sia stato pubblicato nel 1979, so per certo, avendolo letto in saggi critici dedicati a Crowley, che una bozza di Engine Summer era già stata stesa dallo scrittore negli anni '60. Grande è quindi la soddisfazione personale di essermi probabilmente imbattuto nella fonte di un romanzo che adoro.]



Tom Disch: un inedito*


Westward

As deep into the cave of sleep as he
could crawl he crawled, among the things
that hadn't skin nor legs, eyes but no lids;
but even at that depth he felt exposed.
His neighbors might pursue him there and roll
him on his back to slice his stomach open.
That's how he'd come to think of heroin
as a cove his little boat could moor in.
The islanders would bring him bags of take-out
and dance to the strumming of their ukeleles
and finally the tides would bear him off
to the great swells of the ocean Hamlet
extolls, a body unruled
by lines of latitude; which has no name;
which cannot be remembered.

Tom Disch (1940-2008)




Un mio tentativo umile e discutibile di traduzione:

Verso ovest

Ha strisciato fino nel profondo
della caverna del sonno, tra cose
che non avevano pelle ne' gambe, occhi ma non palpebre;
ma anche a quella profondità si è sentito esposto.
I suoi vicini potrebbero seguirlo e rovesciarlo
sulla schiena per aprirgli lo stomaco.
Per questo ha iniziato a pensare all'eroina
come a un approdo dove la sua piccola barca potesse gettare l'ancora.
Gli isolani gli porterebbero sacchetti di cibo
e ballerebbero al ritmo dei loro ukulele
e alla fine le maree lo trasporterebbero
fino ai grandi moti ondosi dell'oceano che celebra
Amleto, un corpo non governato
da linee di latitudine; senza nome;
che non può essere ricordato.


*la poesia non è mai apparsa a stampa. Si trova, come centinaia di altre poesie di Disch, qui:
http://tomsdisch.livejournal.com/179329.html

su Thomas Michael Disch:
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Disch