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Visitazione

Sei tornata come sempre a visitare i luoghi del disastro.
L’atmosfera era ferma in un eterno pomeriggio di riverberi arancioni, un accordo maggiore tenue e continuo riempiva ogni spazio.
Il palazzo era l’unico edificio per chilometri, dalle grandi finestre senza vetri della nostra stanza vedevo il giardino e alberi a perdita d’occhio.

Adesso

Adesso compari nei miei sogni e sei l'unica forma certa mentre tutto il resto non ha stabilità.
Neanche il giorno si separa dalla notte. Ti sei fermata per cambiarti le scarpe, ed è dove ti ho incontrato. La strada da fare era solo un viottolo nel bastione d'erba, le tue parole mi lasciavano come al solito sospeso o forse stavi in silenzio ed ero io che immaginavo conversazioni mai avvenute. L'edificio in cui siamo entrati era in ombra, una sala d'attesa si sarebbe detto. Qui io ero un vecchio supplice e tu logicamente immutata avevi nello sguardo un diniego dolce. Questo vuoto nel petto si allargava ed era meglio rimanere in silenzio seduto accanto a te piuttosto che rendersi ridicoli. La stanza era circolare, con vetri e alti soffitti. Nessuno ci chiamava.