aal: una breve introduzione

aal è una sigla che significa almost automatic landscapes cioè paesaggi sonori quasi automatici. E' un progetto solista nato nel 2001 che si occupa principalmente di musica elettronica. Inizialmente connotato in chiave ambient e dark ambient si evolve negli anni successivi verso una forma di flusso sonoro che include influenze di musica concreta, acusmatica, glitch, microsound, minimalismo, drone, noise e industrial. Grazie principalmente alle etichette S'agita Recordings (di Roma) e AFE Records (di Milano) tra il 2001 e il 2009 vengono pubblicati diversi lavori anche in collaborazione con altri artisti della stessa area sonora. La ricerca alla base del progetto muove da impulsi istintivi e quindi dall'improvvisazione (attraverso strumenti musicali come sintetizzatori, pianoforte, percussioni, basso, chitarra) unita a fonti sonore disparate, dai field recordings alle onde radio al processing digitale, in un costante e mai finito inseguimento di un'idea, un tentativo di fissare in una forma sonora un paesaggio interiore che comprenda frammenti di realtà e di sogno, memoria, vita immaginaria, altre dimensioni ed altri tempi, con frequenti suggestioni provenienti dalla letteratura (soprattutto fantascientifica ma non solo). La ricerca sonora procede di pari passo con l'indagine sulla parola, condotta attraverso la scrittura poetica: questi due mondi spesso si toccano, si uniscono e si sovrappongono, dando vita a un'entità dove le relazioni spazio-temporali, culturali ed emotive si frantumano e si riannodano in nuove connessioni. Dopo un periodo di stop di qualche anno attualmente il progetto aal si sta muovendo verso strutture sonore più definite e meditate, in definitiva più complesse, pur mantenendo costante e inalterato il cuore e il senso dell'ispirazione originale.

a questo link tutta la discografia (o quasi) in download gratuito (e non):
https://aalmusic.bandcamp.com/ 



Una poesia inedita

Il ronzio della cabina elettrica
all'inizio dello sterrato
vale come un presagio del freddo:
le macchine non ce la fanno
e bisogna lasciarle in fondo
per risalire a piedi.

Nella terra dei margini stradali
affiorano piccoli dischi arancioni
che raccolgo per conservarli:
la casa a monte non è stata finita.


Una poesia inedita

Madre
quando camminiamo sul galestro
immersi nella stagione buona
cioè nel silenzio
il nostro potere è rinascere dal nulla
nella certezza di essere vivi
mentre il luogo è quasi fermo
- chiara ogni faccia delle pietre -
e monta l’illusione che a valle
negli sguardi altrui
riposi un non inferiore
livello di dettaglio.




Una poesia inedita

La composizione del conforto comincia molto indietro
quando le dita per la prima volta sanno di sfiorare
la materia sottratta dal vento ai muri di mattoni
e lo sguardo si alza per cercare di cogliere
l'interezza del secondo, il riconoscimento,
il verde delle persiane riflesso sul sentiero,
le evoluzioni degli insetti che salgono a spirale
verso la fonte della luce.

Poi prosegue con la costruzione di una liturgia,
di un tunnel senza pareti, di un apparato di ordigni
ricoperti di tempo, di parole delicate, quasi rotte,
tutto immerso in un'aria dal colore cambiato,
vagamente caldo, vagamente familiare, vagamente opaco,
con l'eco del perdersi che nasce e rinasce
confinato a una nazione di qualche metro appena.

(luglio 2016)