Un racconto di Steve Kilbey: "Dimenticare tutto",


Steve Kilbey è una personalità eclettica e un artista di prima grandezza di cui ho avuto modo di parlare anche in passato. Conosciuto principalmente per le attività musicali con la band The Church e per gli innumerevoli altri progetti solisti o in collaborazione, è anche poeta, scrittore e pittore. Instancabile blogger, da anni riversa i propri pensieri in rete quotidianamente, in forme ora vicine al flusso di coscienza ora al diario ora alla cronaca e molto spesso alla poesia.
Il suo secondo disco solista, Earthed (1987), conteneva una raccolta di racconti sorprendenti e anzi la musica di quel disco era stata pensata proprio come colonna sonora per la lettura del libro. Ricchi di illuminazioni e intuizioni geniali, i racconti di Earthed non sono mai stati pubblicati in Italia. Quello che presento è, secondo me, uno dei vertici di  Earthed: un racconto dove la poetica visionaria, malinconica, ironica e surreale di Steve Kilbey si dispiega interamente, proprio come negli episodi più riusciti della sua sterminata discografia.

EarthedSteve Kilbey
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Dimenticare tutto

Sono in macchina insieme ad un uomo anziano. Forse sto sognando e non me ne rendo conto. Gli chiedo dove stiamo andando ma mi risponde che non lo sa. Guardo fuori e osservo il paesaggio: siamo da qualche parte al sud e tutto è verde, di un verde quasi tangibile. I petali iniziano a diventare gialli e l’uomo continua a guidare su una strada solitaria. Tutto prosegue nello stesso modo per oltre cento miglia poi l’uomo svolta in una strada laterale costeggiata da olmi. Ci fermiamo. Gli chiedo quanti anni ha. Mi osserva con uno sguardo vuoto, mi dice che compirà 87 anni tra pochi mesi e scende dalla macchina. Non so se devo scendere anche io o aspettarlo. Apro il cassettino dell’auto. E’ vuoto. Un uccello su un albero vicino mi guarda in modo strano. Potrebbe essere un’ara o un pappagallo. Oltre il prato c’è una casa con il tetto rosso. Scendo dalla macchina e inizio a seguire il sentiero che porta alla casa. Ci sono dei cervi che mi fissano con uno sguardo dolente. Il cerbiatto più piccolo zoppica vistosamente; non ho motivo di sentirmi colpevole perché non ho mai mangiato carne di cervo. Da qualche parte, lontano, un bambino sta piangendo e un uomo grida ma non riesco a capire le parole. Il pappagallo si alza in volo, risalendo l’aria immobile, pigramente. C’è un campo da tennis abbandonato cui fanno da sentinella due leoni di pietra e una grande farfalla nera, come di velluto, ferma sulla manovella arrugginita della rete. L’erba è umida. Dei mirtilli crescono vicino ad un gazebo e c’è una scala appoggiata al muro di mattoni che divide il giardino da tutto quello che si trova oltre. L’uomo anziano esce fuori dalla casa attraversando il prato con passo lento. Indossa una sorta di tuta da meccanico e ha un fazzoletto macchiato in testa. La sua barba è bianca, rigida. Mi dice che non porta buone notizie mentre si siede nell’erba con fatica e rumore di ossa, sbuffando. Tira fuori una pipa e l’accende, rilasciando nell’aria un’ampia voluta di fumo pungente che si disperde tremolando nel tenue blu del cielo. Dice che sua moglie soffre di amnesia contagiosa. Non ricordo molto altro. Mi siedo accanto a lui nell'erba e chiudo gli occhi. E’ un giorno incantevole per dimenticare tutto.

(1987, Steve Kilbey. Traduzione: Davide Valecchi, 2012)

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aal: oggi ho indossato la tua mancanza

oggi ho indossato la tua mancanza è un disco a nome aal uscito nel 2005 per la netlablel ctrl+alt+canc di Adriano Zanni (aka punck).

Tramite BandCamp questo disco è nuovamente disponibile per il download gratuito nel formato che si preferisce, inclusi formati lossless.

A livello concettuale due parole rappresentano i cardini di questo lavoro: perdita e essenza.

oggi ho indossato la tua mancanza è il punto di arrivo di una ricerca sonora in sottrazione, condotta su centinaia di registrazioni ambientali e strumentali raccolte negli anni 2002-2004.

Una recensione del tempo può ancora essere letta qui: http://www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=487.

aal: crystal waves



Crystal waves rappresenta la nascita del progetto aal. E' stata registrata all'inizio del 2001 utilizzando un synth (Korg DW8000) e un campionatore (Yamaha A3000) sotto l'influenza di due lavori fondamentali (per me): Astral Disaster dei Coil e Irrlicht di Klaus Schulze. Una prima versione di questo brano, di 13 minuti, fu inclusa nella primavera del 2001 nella web compilation "Spring Equinox", nata in seno alla mailing list dei Coil come omaggio e atto d'amore verso la loro poetica e le loro tematiche. In seguito, nella sua versione più lunga, il brano è entrato a far parte della prima registrazione ufficiale a nome aal, disc1, inizialmente uscito in forma in privata nel 2001 e successivamente rimasterizzato e proposto da Afe Records nel 2004 in coppia con un lavoro simile dello stesso periodo ("Inherited and Partially Transmitted") in una doppia uscita limitata a 150 esemplari. Le "onde di cristallo" sono quelle dell'oceano di Solaris..

È uscito Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche



[all'interno del volume una mia silloge di 8 poesie]


Potete ordinare i nostri libri a info@faraeditore.it o allo0541.22596 fax 0541-709327. Alleghiamo bollettino di c/c postale con lo sconto del 10%(più 3 euro spese per l'Italia).

a cura di Alessandro Ramberti € 20,00 pp. 420 (Neumi)
ISBN 978 88 97441 02 1
copertina di Luna Castroni

Questo volume nasce dalla kermesse che si è svolta a Fonte Avellana dal 28 aprile al 1° maggio 2012, ospiti della comunità camaldolese e in primis del priore Gianni Giacomelli. Scrivere per il futuro in questi tempi di repentino cambiamento delle stesse modalità di lettura è certo una sfida per tutti coloro che desiderano condividere e lasciare una qualche traccia del loro pensiero, del loro vissuto. Le nuvole informatiche in cui depositiamo i nostri archivi e applicazioni
sono una estensione potenzialmente ubiqua della nostra memoria. I contributi – seminali, a tratti sorprendenti, spesso provocanti o spiazzanti, senz’altro interessati a creare ponti arditi fra discipline diverse, a confrontarsi con attenzione e verità con le domande che sorgono da una fase particolarmente critica della temperie sociale e culturale che stiamo vivendo – appartengono a:

Alessandro Ramberti • Alessandro Rivali
Alessio Casalicchio • Alex Celli
Andrea Ponso • Caterina Camporesi
Claudio Fraticelli • Daniela Terrile
Dante Zamperini • Davide Valecchi
Elvis Spadoni • Franca Oberti
Francesco Randazzo • Gianni Criveller
Gianni Giacomelli • Giorgia Bascucci
Giuseppe Carracchia • Guido Passini
Laura Borghesi • Laura Corraducci
Leonardo Caffo • Luca Artioli
Matteo Bianchi • Natascia Ancarani
Paolo Calabrò • Roberta Leone
Roberto Battestini • Serse Cardellini

The Self-Generating Self

Tratto dalle sessioni di registrazione del nuovo disco del progetto aal, ancora senza titolo. Questo brano è stato originariamente pensato per la sonorizzazione di un reading di poesia dedicato al libro della Genesi.

Ce ne vorrebbe di tempo


Ce ne vorrebbe di tempo
per tirare fuori i nomi
dal mucchio di oggetti da macero
cresciuto dietro la casa non finita.

Anche il periodo dell’anno
finisce per contare
con l’ora del giorno
la lunghezza delle ombre
i piani di esistenza
e i tappini di latta
dei succhi di frutta
ritrovati nell'erba.

Ma è il nome del riflesso
che cambia di continuo
e sotto tutto il resto
a ruota.