Una volta mi interessavano le zone
ai margini della strada asfaltata,
dove gli spazi vuoti accoglievano i resti
di oggetti appartenuti a qualcuno:
una rinascita scongiurata,
una decadenza condivisa
nella dissolvenza degli sguardi,
come un conforto, come una fine.
Adesso il cambiamento è nella conversione:
gli oggetti bruciando si fanno inconsistenti
mentre gli sguardi continuano a nascere.
(luglio/agosto 2015)