che marca una depressione tra le foglie:
lo abbiamo scelto per una fedeltà al dolore,
per la superbia di conoscere il mondo
e per l’illusione che la letteratura
si trovi dove stanno gli alberi.
Poi, camminando, ci siamo accorti
di non essere mai usciti
dal respiro della vita e della morte,
compresi interamente
nella dolcezza di un movimento elementare
dove collocarsi è una questione di ascolto
e messa a fuoco.