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VIDEO DIVA in concerto

MAX PUB 
Firenze

presenta:

VIDEO DIVA in concerto

[storica band dark-wave dell'underground fiorentino, i Video Diva tornano dal vivo presentando i brani della loro discografia e un assaggio del nuovo disco in preparazione]
-
a seguire

djset punk, post-punk, new wave, gothic, 80's
a cura di aal & Video Diva





Video Diva
https://www.facebook.com/vdeodva
http://videodiva.it/
http://www.reverbnation.com/videodiva

aal
http://aalmusic.bandcamp.com/
http://www.reverbnation.com/aal28

ore 22:23
MAX PUB
Via degli Orti Oricellari 6 R
Firenze

Ingresso gratuito


H2R: live videos

Quelli che seguono sono una serie di video curati e montati da Luigi Maria Mennella tratti dalla nostra performance come H2R del 3 Agosto 2014 presso il Parco dell'Anconella di Firenze. Amorevolmente curata dallo staff  Dio)))Drone la serata comprendeva, oltre al nostro concerto, anche il live set del grande Bad Girl (aka Leonardo Granchi ex-Downward Design Research) con un prezioso contributo alla chitarra di Nàresh Ran.
I 6 brani eseguiti da H2R (in forme leggeremente diverse) andranno tutti a far parte del primo album del progetto, in avanzata fase di lavorazione. Non mancheranno aggiornamenti!

H2R - The secret Sharer - live

H2R - Particles - live

H2R - All you left behind - live

H2R - Names - live

H2R - To get lost - live

H2R - Stones- live

THE CHURCH "Gold Afternoon Fix" (1990, Arista): una recensione emotiva

Steve Kilbey, notoriamente, non ha mai amato questo disco dei suoi The Church. Alcune delle ragioni sono comprensibili: uscito subito dopo il loro disco di maggior successo (quello Starfish che contiene la loro canzone ad oggi più famosa, Under The Milky Way), le vendite di Gold Afternoon Fix furono molto inferiori alle aspettative, dando inizio di fatto a un periodo di declino della band (non artistico, per fortuna) culminato nella fine del contratto major con la Arista, nel 1994 (all'epoca di Sometime Anywhere), che faceva presagire una possibile fine della band stessa. Così non fu, grazie al cielo. Inoltre anche l'unità del gruppo, un quartetto immutato da quasi dieci anni, si incrinò con l'abbandono dello storico batterista Richard Ploog (il gruppo per finire l'album si affidò ad una drum machine), per ragioni personali (stress, disillusione). I grossi problemi di dipendenza di Kilbey (eroina) poi, si sono manifestati proprio in questo periodo, altra ragione non di poco peso, immagino, nelle considerazioni di Kilbey al riguardo del disco. Per non parlare del titolo: tra i molti significati della parola "fix" infatti non sorprende trovare anche "iniezione di eroina o altro narcotico". Ma come in tutto ciò che Steve Kilbey ha scritto niente è mai ciò che sembra, tutto ha sempre molti significati, molte le interpretazioni possibili: ogni testo di questo straordinario songwriter è un capolavoro di ambiguità,  intelligenza e lirismo.
Eppure non sono pochi i fan che portano Gold Afternoon Fix nel cuore come uno dei dischi più belli dei Church. Per molti addirittura è il loro disco più bello. E tra questi ci sono anche io, anche se credo che di dischi bellissimi ne abbiano fatti parecchi. 
Gold Afternoon Fix è il disco che mi ha fatto conoscere i Church e anche per questo motivo gli sono molto affezionato. I pochi che conoscono la mia poesia poi sanno quanto io sia legato ad un immaginario dove la parola "pomeriggio" viene ripetuta spesso, assumendo di fatto la funzione di sigillo e cifra stilistica. Il mio libro del 2011 si intitola non per caso Magari in un'ora del pomeriggio
Questo disco è senza ombra di dubbio una delle fonti della mia poetica. La potenza evocativa del tardo pomeriggio mi affascina da quando ero un bambino: il giorno muore offrendoci una luce calda e struggente che richiama la nostra finitudine inesorabilmente. Tutto questo, intuito ad un livello profondo e non completamente conscio, ha immediatamente trovato una consacrazione, un avallo, con questo disco dei Church. Il pomeriggio dei Church aveva la stessa luce, lo stesso significato e la stessa portata emotiva. Di colpo le colline di galestro dove io e il mio amico di infanzia Kristian salivamo d'estate armati di boombox caricato con la musicassetta di Gold Afternoon Fix erano il deserto australiano. 
Le storie che Steve Kilbey ci racconta, in una cornice di sognante perfezione chitarristica, parlano di perdenti e viaggi astrali, di epifanie e città trasfigurate, di sogni atavici e nomi dimenticati, di solitudini e ombre che ridono di noi, di terre incognite e di eterno femminino in un caleidoscopio di colori caldi solo apparentemente confortevoli. Ogni brano è un mondo a parte, chiuso nella sua perfezione. Immense Pharoah, Metropolis, Essence, Transient, Disappointment e la conclusiva, epica, definitiva Grind. E forse, alla fine, Steve Kilbey, fuori dalla dipendenza, è finalmente riuscito a superare il disamore verso il disco se un recente DVD dei Church che testimonia il tour proprio di Gold Afternoon Fix è stato intitolato Long Distance Century Buzzes and Fades, un verso che viene proprio da Grind.
Gold Afternoon Fix è un disco totalmente pomeridiano, che offre la gloria della luce prima del declino, la grazia degli attimi prima della fine: l'ineluttabile viene accettato completamente, la sconfitta è certa ma, prima, viene una bellezza impareggiabile.










SCORN: Vae Solis (1992, Earache)

Claudio Sorge, all'epoca (1992) direttore di Rumore, in uno dei primi numeri della rivista tracciava la storia del grindcore, facendone un parallelo con il punk e sottolineandone l'aspetto rivoluzionario e di rottura rispetto al panorama musicale "alternativo" dell'epoca. Così come il punk del 1977 aveva avuto nei Sex Pistols il proprio simbolo così il grindcore del 1987 identificava nei Napalm Death il gruppo capostipite, il punto di riferimento. Ovviamente il paragone continuava per giungere al vero cuore del discorso cioè mettere in relazione, a livello concettuale (ma anche musicale, per certi versi) l'esordio dei PIL con quello degli SCORN. Il momento della riflessione dopo la furia cieca e la devastazione. E se nei PIL il legame con i Sex Pistols si risolveva solo nella presenza carismatica dell'icona per eccellenza del "no future" cioè John Lydon, gli SCORN, per il loro esordio Vae Solis (1992, Earache) invece riunivano la stessa line-up che aveva dato vita alla prima facciata di Scum, disco del 1987 dei Napalm Death, vero e proprio manifesto del grindcore, ovvero Mick Harris (batteria, electronics), Nick Bullen (basso, voce) e Justin Broadrick (chitarra), anche se Broadrick non è menzionato come membro del gruppo ma solo come guest.

Scorn: Mick Harris, Nick Bullen

Noise, industrial, dub e post-punk: bassi profondi, ritmo ipnotico, lancinanti feedback chitarristici e un uso della voce molto diverso dal grugnito bestiale dei Napalm Death: un affascinante ibrido tra lo spoken word e la vocalità wave del decennio precedente ma all'insegna dell'essenzialità.
Le influenze (gli Swans degli anni '80, ad esempio o, ancora di più, il gruppo principale di Broadrick, i Godflesh) a volte sono riconoscibili ma l'amalgama che Harris e soci sono riusciti a tirare fuori in questo disco è qualcosa che nel 1992 non si era mai sentito.
Per me Vae Solis è un disco epocale che ha affermato, se mai ce ne fosse stato il bisogno, la statura artistica dei musicisti che lo hanno registrato. Musicisti in continua evoluzione, senza compromessi, dedicati all'inseguimento della propria visione anche quando questa comporti l'allontanarsi da facili sentieri già battuti. E, per i benpensanti dell'epoca, soprattutto quelli della stampa musicale, dischi come questo hanno dimostrato che chi affermava che "il grind è solo rumore" non aveva capito niente. 
Vae Solis è una pietra miliare del decennio '90, un disco di cui bisognerebbe tenere conto in ogni storia musicale del periodo che abbia la pretesa di essere vera.
L'attualità di questa musica è ancora oggi intatta. Basta ascoltare pezzi come Walls of My heart, On Ice (di cui esiste una versione dub uscita solo su singolo che è ancora più bella di quella contenuta nell'album) o la celestiale Heavy Blood per rendersene conto.




video: aal "Onit666" live @ No Cage 20/05/2014

Un estratto video tratto dal mio concerto come aal al No Cage (Prato) del 20 Maggio 2014. Video catturato da Luca Agente Morgeo, che ringrazio di cuore. Il brano eseguito, Onit666, è contenuto anche nella compilation DioDrone x'mas mixtape, che potete trovare (e scaricare gratuitamente) qui:
http://diodrone.bandcamp.com/album/diodrone-xmas-mixtape



GG ALLIN: un ricordo a 21 anni dalla morte

GG Allin è stato uno dei più esagerati performer che mai siano apparsi sulla scena del rock.
Nessuno è riuscito ad eguagliarlo per efferatezza di gesta. Marylin Manson al suo confronto è un personaggio da cartoni animati. Una vera  e propria bestia sul palco come nella vita, Allin è morto il 28 giugno 1993 a causa di un'overdose da eroina, poche ore dopo aver suonato il suo ultimo concerto a New York. Aveva 36 anni.





Titolare di una discografia sterminata, caotica e spesso registrata malissimo, il suo stile è sempre stato fedele ad un punk rozzo e violento, sulla falsariga dei Dead Boys, ma più "sporco e cattivo". Nella sua carriera ha collaborato con una miriade di artisti bene o male tutti gravitanti nei circuiti off del punk statunitense, come gli Antiseen, ma vantando anche prestigiosi cameo da parte di musicisti quali Dee Dee Ramone (Ramones) e J Mascis (Dinosaur jr). I suoi testi sono caratterizzati da temi quali stupro, perversioni sessuali, inni alla distruzione della società e a violenze di ogni tipo. La sua ribellione non aveva niente di programmatico ma era una mera esaltazione degli istinti umani più bassi. Il titolo di una delle sue canzoni più celebri (Drink, Fight and Fuck) contiene anche l'essenza della sua filosofia,  ovvero: bere, fare a botte e scopare. Niente messaggi, niente politica: solo una ferocia animalesca e autodistruttiva.
Eppure il fascino di questo "fenomeno" è innegabile. Come non amare un simile concentrato di idiozia e comicità involontaria? Se non fosse morto sono convinto che adesso sarebbe ricco. Nessuno ha mai osato quanto lui: i sui "marchi di fabbrica" erano la defecazione sul palco, gli atti di autolesionismo e le risse con il pubblico, a cui si dedicava ogni volta che poteva e che gli hanno causato una lunga lista di arresti, pare oltre i 50. Per chi conosce l'inglese potete leggere una colorita ricostruzione della sua "prima volta" qui: http://www.meanwhilebackinpeoria.com/blog/2013/1/19/shit-happened-gg-allins-notorious-1985-vfw-show-in-creve-couer-by-bob-gordon

Il mito di GG Allin continua ancora oggi e la sua leggenda è più forte che mai. 
Una volta, anni fa,  avevo in mente di dedicare un sito web ai gruppi e agli artisti decisamente eccessivi, un portale che avrei voluto chiamare "Gente di un certo livello"... Poi non ne ho fatto di niente ma di sicuro GG ne sarebbe stato un protagonista insieme ad altri pazzi come Whitehouse e Gerogerigegege. 
Lunga vita a GG Allin!





RIDE: Going Blank Again (1992, Creation Records)

Da oggi inizio a pubblicare un nuovo tipo di post (nuovo per questo blog, intendo). Si tratterà di "recensioni emotive" in cui parlerò dei dischi che amo in modo molto personale, pescando in un arco di tempo non prestabilito, ma cercando di mettere in luce la portata del loro impatto nel mio percorso di "formazione continua" in campo artistico. Il primo post è dedicato ad un mio grande amore dei primi anni '90, i Ride.


RIDE: Going Blank Again (1992, Creation Records)




1992: gruppo di punta della Creation Records di Alan McGee in quel periodo (insieme ai Primal Scream) e alfieri dello shoegaze, i Ride giungono alla prova del secondo album stemperando i furori noise del bellissimo debutto "Nowhere" (1990), in favore di composizioni più articolate ed eleganti. L'album è molto più "prodotto" rispetto al suo predecessore e la differenza si sente tutta. In pratica il noise è relegato solo alla coda dell'epica "Leave them all behind", pezzo di sicuro memorabile e altisonante dichiarazione di intenti, sparato subito all'inizio del disco in tutti i suoi gloriosi 8'16''. Il resto dell'album prosegue nei toni di una piacevole psichedelia virata pop che regala gioellini ancora oggi gustosissimi in cui si possono apprezzare gli intrecci chitarristici e vocali (con magnifiche armonizzazioni) del duo Andy Bell/Mark Gardener. Qua e là compaiono anche le tastiere, che fanno bella mostra ad esempio in "Chrome Waves", conferendo al brano una decisa nota wave molto evocativa. I Ride erano destinati al successo. Poi, nel 1994, la Creation mise sotto contratto gli Oasis e la storia proseguì non come avrebbero voluto i Ride, immagino. Significativo a questo riguardo il fatto che Andy Bell sia poi entrato negli Oasis come bassista (e, aggiungo io, sacrificando non poco il suo notevole talento di songwriter). 
Nel 1992 avevo 18 anni e questo disco (comprato a Londra, da Harrod's, in musicassetta) rappresentò per molti mesi "la" musica. Come chitarrista imparai subito i riff di "Leave them all behind" e quando ho iniziato a suonare anche il basso una tappa obbligata fu ripercorrere le note di quel glorioso giro. Dai Ride per primo ho imparato che gli accordi aperti (sulla chitarra) e la distorsione possono fare miracoli, permettendoti di suonare cose semplicissime ma di grande effetto. I Ride, con "Leave them all behind" in particolare, sono riusciti a suscitare in me quel perfetto insieme di sensazioni che (probabilmente da allora) ho sempre cercato di evocare in qualsiasi mia espressione artistica: nostalgia, sospensione, ineluttabilità, un senso di perdita inesorabile ma dai contorni dolci. Prima di loro avevo provato le stesse cose solo nei dischi degli amatissimi The Church. Non ho un nome per questa sensazione, forse dovrei chiamarla melanconia. Forse. 


Ride



Una pausa

Con l'evento di ieri, 4 giugno, inserito all'interno della seconda edizione del Festival of Arts presso l'Istituto Universitario Europeo,  nella bellissima cornice del giardino di Villa Schifanoia, si conclude per me la stagione delle sonorizzazioni e degli eventi poetici, almeno per tutto il 2014 e oltre. Molti progetti sono rimasti incompleti ed è venuto il momento di dedicare loro il tempo che sento necessario. Tra questi progetti sono compresi:

- una seconda edizione del mio libro del 2011 Magari in un'ora del pomeriggio, che uscirà in versione ebook per Prospero Editore con nuova introduzione, testi riveduti  e nuovi testi.
- la mia seconda raccolta poetica provvisoriamente intitolata La casa non finita
- un nuovo disco del mio progetto aal
- un nuovo disco della mia band Video Diva
- il primo disco del progetto H2R

Ringrazio di cuore tutti gli artisti, poeti, scrittori, critici, musicisti, editori che hanno condiviso, costruito, organizzato con me la lunga serie di eventi a cui ho preso parte dal 2011 ad oggi. Prima o poi tornerò da quelle parti.


Memoir Impromptu

In occasione della seconda edizione del Festival of Arts che si tiene all'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, mercoledì 4 giugno, avrò il piacere di accompagnare con un un commento musicale le letture dei poeti del Laboratorio di Scrittura tenuto da Annarita Zacchi. Le letture saranno incentrate su tematiche ispirate ai testi di Agota Kristof mentre per la musica mi affiderò a sonorità ambient e dilatate con sfumature drone, simili a quelle presenti nei miei dischi in luce e disc1.


ore 19:30 
cortile di Villa Schifanoia,
Istituto Universitario Europeo, 
via Boccaccio 121, Fiesole (FI) 
ingresso gratuito



Bologna in Lettere 2014

Sabato 31 maggio 2014, in occasione del grande evento di due giorni Bologna In Lettere, sarò impegnato, dalle ore 19.30, presso gli spazi dell'Arcigay Il Cassero con il collettivo WSF (per questa occasione: Fabio Bosco, Fosca Massucco, Ksenja Laginja ed io) in un reading di cui curerò anche la sonorizzazione dal vivo e le musiche per il video, realizzato da Andrea Laroux.


aal: prossimi appuntamenti

Due nuovi appuntamenti molto ravvicinati mi vedranno impegnato come musicista nei prossimi giorni:

Domenica 18 maggio avrò il piacere e l'onore di sonorizzare la bellissima voce di Alessandra Greco impegnata nella lettura del suo Quadro, testo poetico tratto dalla sua raccolta inedita del 2013 La memoria dell'acqua - Grésil dans l'eau pour faire des rondes. L'evento è inserito nel ricco programma della
Giornata di Musica-e-Poesia presso il Teatro del Centro Studi Assenza, Via Stromboli 18, Milano, organizzato in collaborazione con Anterem Rivista di Ricerca Letteraria e con Motocontrario Ensemble.
http://www.obarrao.com/news/4/giornata-di-musica-e-poesia



Martedì 20 maggio invece con il mio progetto solista aal aprirò una bellissima serata di musica al No Cage di Prato che vedrà protagonisti i magistrali olandesi Atlantis (ambient/post metal) supportati da una delle migliori band dell'underground italiano (e non solo), Jakobkreutzfeldstraum. A seguire, djset di Nàresh Ran. Organizzazione e cura amorevole: DIO)))DRONE.


aal - da qui

Il video qui sotto è stato pensato per Da qui, un brano realizzato a nome aal e contenuto nel mio disco "in luce", uscito nel 2003 per s'agita recordings. Il disco è scaricabile gratuitamente dalla mia pagina bandcamp a questo indirizzo: http://aalmusic.bandcamp.com/album/in-luce 




H2R

È con un certo orgoglio che annuncio in modo ufficiale la fondazione di H2R, duo elettronico composto da me e Luigi Maria Mennella.

H2R:
Davide Valecchi (synthesizers, samples, sequences)
Luigi Maria Mennella (vocals, synthesizers, samples)


Pagina Facebook:
https://www.facebook.com/H2Region

Questa è la nostra prima dichiarazione audio-video, tratta dal 3° Dio Drone Festival, tenutosi a Firenze il 26 gennaio 2014.


- O D U S S E U S f e s t i v a l - 26 gennaio 2014

. DIODRONE presenta ::
- O D U S S E U S f e s t i v a l -
Diodrone, atipico incrocio tra collettivo artistico e label underground, nasce a inizio 2013 dall'esigenza di riunire sotto un unico tetto alcuni tra i progetti più sperimentali ed estremi del sottobosco toscano. In brevissimo tempo spinge le sue radici un pò in tutta la penisola, e tra festival, concerti, serate, una rubrica in radio, articoli, collaborazioni, una ricca distro e diverse produzioni insiste a promuovere progetti sonori e artistici uniti dal comune spirito di ricerca.
A un anno esatto di distanza dal primissimo festival il collettivo festeggia il primo compleanno con un nuovo evento, molto diverso dai precedenti. Si completa la fusione concreta tra immagini e suoni nella perfetta cornice di un vero e proprio cinema, in cui lo spettatore verrà trascinato suo malgrado in un inesorabile viaggio dalle origini del Big Bang alla più spinta deriva dell'Universo.

Evento Facebook: qui




L'esperienza sarà suddivisa in 4 momenti:

- fact 1 -
Big Bang: l'Universo Oleografico.
suoni: [Xo]
video: Nàresh Ran.

- fact 2 -
Parabola discendente.
suoni: Diodrone Conspiracy
video: Valerio Orlandini.

- fact 3 -
Fosfeni, mutazioni pulviscolari.
suoni: F.ormal L.ogic D.ecay + AAL
video: Davide Valecchi.


- fact 4 -
Sospesi nell'infinita deriva.
suoni: I Suoni Di Seba.
video: Pe Cata.

ingresso :: 4 euro.

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Cinema di Castello
via Reginaldo Giuliani, 374 (Firenze)
tra Rifredi e Sesto Fiorentino.
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> Big Bang - l'Universo Oleografico.
[Xo + Nàresh Ran]
Sound designer, tecnico audio e musicista a 360 gradi Francesco Perissi esprime con il progetto [Xo] la sua prima esperienza solista, in cui sperimenta un modo più hi-tech di costruire tessiture sonore attraverso uno dei suoi strumenti di base, la chitarra. Da un suo progetto di ideale sonorizzazione del primordiale Big Bang nasce la prima ispirazione per il filo conduttore di questo festival, progetto che coadiuvato dal supporto video rappresenterà l'inizio assoluto del viaggio universale.

> Parabola Discendente.
[Valerio Orlandini + Diodrone Conspiracy]
Conosciuto soprattutto per i suoi progetti musicali, in occasione di questo festival Valerio Orlandini propone un'installazione video che dalla nascita della Terra all'estinzione umana traccerà una parabola discendente della fase più buia nella storia. Accompagnamento visivo alla performance dei Diodrone Conspiracy, progetto nato nei boschi di Vallombrosa e composto da Matteo Gigliucci e Nicola Savelli (La Cuenta) e Nàresh Ran (Qube), che fa del rumore estatico il principale oggetto di interesse e sperimentazione.

> Fosfeni - Mutazioni Pulviscolari.
[Davide Valecchi + Luigi Maria Mennella]
Il progetto aal, fondato nel 2001 da Davide Valecchi, è un'entità in mutazione continua che ha esplorato vari ambiti in materia di musica elettronica: ambient, dark ambient, minimalismo, glitch, microsound, drone, industrial. Nel 2013 il flusso sonoro di aal vira verso territori ritmici e segna un ulteriore, decisivo cambiamento grazie all'introduzione della voce e degli interventi strumentali di Luigi Maria Mennella, polistrumentista e cantante con una storia musicale ultradecennale, segnata da magistrali uscite discografiche targate Furvus, En Velours Noir e F.ormal L.ogic D.ecay. Il live del 26 gennaio sarà soltanto il primo passo di una collaborazione in evoluzione permanente.
La performance sarà accompagnata dal video "Fosfeni - mutazioni pulviscolari", concepito appositamente per la serata.

> Sospesi nell'infinita deriva.
[I Suoni di Seba + Nàresh Ran]
Seba, al secolo Marcello Calasso, poliedrico artista nostrano la cui continua ricerca del rapporto tra vibrazione e benessere psicofisico lo ha portato ad approfondire la conoscenza del mondo percussivo attraverso molteplici esperienze: dai suoni puri delle campane di cristallo ai ritmi incalzanti del tamburo sciamano. Ma l'approdo è sicuramente con il mondo dei Gongs e in particolare con i Tam, basata sul rapporto armonico - melodico piuttosto che quello ritmico.
Accompagnata dall'installazione video di Pe Cata (Giuseppe Catalanotto) la sua performance sonora ci porterà in un viaggio senza ritorno verso i più remoti confini dello spazio e del tempo.

a season of dust

Il nuovo disco del mio progetto aal si intitolerà a season of dust e conterrà cinque lunghi brani composti tra il 2006 e il 2013. Si tratta del primo album dopo un lungo periodo di silenzio discografico durante il quale il nome aal è apparso sporadicamente solo in progetti collaborativi, su compilation o, dal vivo, per una serie di sonorizzazioni di eventi poetici realizzate a partire dal 2011. L'ultima uscita discografica "lunga" infatti risale ormai al 2007, quando Afe Records produsse il quintuplo cofanetto Urania, contenente materiale d'archivio mai pubblicato prima.
Il disco uscirà a breve per selenophonia, non-etichetta gestita da Luigi Maria Mennella (aka Furvus, En Velours Noir, F.ormal L.ogic D.ecay) e dedicata a piccole produzioni di assoluta qualità, dove la stessa cura applicata alle proposte sonore viene dedicata ad ogni aspetto del packaging e dell'artwork. Una filosofia che si sposa in pieno con la natura delle mie produzioni a nome aal.



Il titolo a season of dust (una stagione di polvere) è un esplicito riferimento a due parole-cardine della ricerca poetica che ho condotto a partire dal 1993 e che è testimoniata dal mio libro Magari in un'ora del pomeriggio. La scelta di utilizzarle ha il valore di un sigillo:  una stagione fruttuosa e lunga si conclude definitivamente. Musicalmente parlando si tratterà di un'evoluzione di temi e sonorità i cui semi sono stati piantati in dischi come in luce (2003) e oggi ho indossato la tua mancanza (2005) (ascoltabili interamente nei player qui sotto) ma che attraverso gli anni si sono evoluti verso una forma, a mio parere, più coesa e focalizzata, più melodica, in un certo senso. Le influenze sono molteplici e servono qui solo per offrire alcuni generici punti di riferimento a chi non sia familiare con questo tipo di sonorità: drone, ambient, cosmic, experimental, glitch. Manca un'influenza che non ho mai omesso in passato ma che sento ormai superata e non più necessaria: field recordings. Al di là dei confini di genere, degli incasellamenti e delle classificazioni il mio fine ultimo è e resterà sempre quello di fare musica. Con tutto quello che ne consegue.



aal: in luce

In luce è un disco uscito a nome aal nel 2003, per la S'agita recordings di Paolo Ippoliti e Laura Lovreglio (Logoplasm). Esaurito da molto tempo, è adesso nuovamente disponibile per il download in vari formati ad alta qualità, su bandcamp: gratis inserendo 0 come cifra da pagare oppure pagabile qualsiasi cifra si ritenga opportuna. Tutti i brani possono essere ascoltati attraverso il lettore qui sotto.
Due parole sul disco: è stato composto e registrato tra la fine del 2002 e la primavera del 2003 usando principalmente sintetizzatori (suonati e non programmati), banchi di effetti digitali, campionatore e l'aggiunta di field recordings. La fonte di ispirazione principale, come si capisce anche dal titolo, è la luce. Sono sempre stato affascinato dalla luce solare e dal modo in cui i suoi cambi di intensità e colore, nell'arco di una giornata, siano capaci di innescare un mutamento anche nella natura degli oggetti, dei pensieri e delle percezioni che la luce tocca. Insieme a disc1 e inherited and partially transmitted (registrati nel 2001 ma usciti in forma ufficiale per Afe records nel 2004), si tratta del disco più affine al genere ambient tra tutti quelli che ho realizzato. Il giornalista Mario Biserni (aka eterogenio), recensendo questo disco per Blow Up, nel 2003, chiamava in causa l'influenza, e non sbagliava, di Brian Eno. Periodo Apollo, aggiungo io.

aal: the secret sharer

Questo brano è stato composto originariamente nel 2001 come titletrack di un album a nome diagonal chains (nom de plume che ho usato in passato per produzioni elettroniche e industrial). Ri-arrangiato per essere suonato con un nuovo set di strumenti analogici e digitali è stato incluso nel live set dei Downward Design Research ma suonato dal vivo una volta soltanto (per la precisione al Keller Platz di Prato). Tornato nelle mie mani ne ho realizzata una versione nuova in modo da poterlo eseguire dal vivo durante le mie apparizioni soliste come aal. In ogni caso il destino di questo brano è quello di evolversi perché al momento fa parte di un nuovo progetto musicale che vede coinvolti il sottoscritto e Luigi Maria Mennella  (F.ormal L.ogic D.ecay, En Velours Noir, Furvus). L'ispirazione (e il titolo) vengono da un bellissimo romanzo breve di Robert Silverberg (ne è stato tratto anche un audiolibro che consiglio vivamente), a sua volta concepito come "traduzione" in chiave fantascientifica del classico di Joseph Conrad dallo stesso titolo. 
I suoni provengono da: Acces Virus TI, Clavia Nord Drum, Akai MPC 1000 (contenente banchi di suoni rigorosamente originali). Enjoy.

L'infinito è dentro al foglio

Si intitola come un suo verso la serata dedicata alla memoria di Massimiliano Chiamenti, il poeta, saggista e filologo scomparso il 3 settembre di due anni fa. Poeti e amanti della poesia di Massimiliano alterneranno le loro voci leggendo alcuni suoi componimenti, accompagnati dalla musica dal vivo di Davide Valecchi (aal).

Massimiliano Chiamenti (nato a Firenze, “adottato” da Bologna dove viveva, scriveva e insegnava) è stato docente, collaboratore di numerose riviste culturali e letterarie, traduttore per libri e riviste. La sua poesia, che spazia dal linguaggio più crudo a momenti intimi e delicati, è una poesia attaccata alla vita, ai sensi, le cui radici classiche si intrecciano a suggestioni culturali anglofone.

L’evento  è organizzato e curato da Francesca Del Moro insieme al gruppo 77.

Sul palco:
Marina Artese, Daniele Barbieri, Alessandro Brusa, Enzo Campi, Martina Campi, Serena Costanzini, Alessandro Dall’Olio, Leila Falà, Rita Galbucci, Maria Genovese, Michele Gentilini, Monica Graldi, Isabella Magarò, Claudia Piaz, Valentina Pinza, Francesca Serragnoli, Adriana M. Soldini, Francesco Alberani.

Bologna
sabato 7 settembre
Circolo Arci Guernelli
via Gandusio 6
ore 20.30
ingresso libero