Una poesia inedita*

[Wilhelm Sasnal]


Tutto comincia con la rottura
dei vasi sanguigni superficiali
e la comparsa di macchie rossastre
nel campo visivo.

È la malattia di chi resta
troppo a lungo a osservare
un orizzonte immobile
ascoltando la cantilena
dei sistemi di raffreddamento
mentre si accorge che non c'è altro
da osservare o da ascoltare
neanche guardandosi indietro.

(2013)

[*ispirata a un'opera di Wilhelm Sasnal vista qui]




Una poesia inedita

Nel pomeriggio mi sentivo vuoto,
mentre entravo nella sala d'attesa,
perché avevo paura della noia:
l'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.

Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.


Una poesia inedita

Poi un cartello di località
rimasto all'ombra per tutto l'inverno
indicava una frazione a lettere verdi
proprio dove sostava il tuo sguardo
quando parlavi di musica o di armonia
o del conforto di riconoscere come nostre
certe forme apparentemente distanti
certi disegni della ruggine sulla vernice
che avrei voluto chiamare fiori sbagliando.


Una poesia inedita

Non so dove mi stai portando ma concordo
che dovremmo smettere di riempirci la bocca
di anni e guardare invece ai nostri passi attuali
al perché delle crepe nell’asfalto o sui muri
ma soprattutto al senso di ciò che ci assomiglia
in ogni colore cambiato dalla permanenza all’esterno
di oggetti che un tempo ci sembravano importanti
e che adesso aspettano soltanto di spaccarsi
a causa del gelo o del sole.


Una poesia inedita

Il giorno dello sciopero scolastico
abbiamo visto il sorgere del sole
seduti sopra il galestro, dal monte
dietro la casa, senza dire niente
fino alla sua completa apparizione.

Poi il silenzio mi è parso sufficiente.

Ti ho chiesto: «Che cos'è l'umanità?
E cosa siamo noi in definitiva?»

«L'umanità siamo noi solamente»
mi hai risposto, tendendomi una mano
per mostrarmi il tuo palmo già segnato
molto a fondo dai sassi acuminati.


Una poesia inedita

Durante i giorni di pioggia più forte
guardando nella terra appena smossa
proprio dove comincia l’area incolta
non è raro vedere schegge rosse
di materiale edile proveniente
dalla casa che abbiamo immaginato.

Mi chino per raccogliere un ricordo
in attesa di un suono o di un commento:
essere vivi è semplice mi dici
perché siamo di carne e trasparenti
perché morire è una bugia del tempo
e perché l’energia che ci compone
resta comunque accesa in tutti i luoghi
che abbiamo detto nostri.


Una poesia inedita

Siamo arrivati al cartello di bestie al pascolo
fermandoci a guardare l'onda dell'erba
che si avvicina e torna verso il bosco
come sostenuta da un riflesso di calcite.

Non c'è più niente da cercare:
abbiamo davanti il tempo
e quando arriverà l'inverno
solo le quantità di giorno e notte
saranno differenti.

A volte viene un uomo ad aprire la casa
e dare aria
ma non si accorge di noi
quando torna a valle
alzando gli occhi senza vederci
verso il noce più alto
da dove non ci siamo più mossi.