Trasformazione/Riconoscimento

Domenica 17 febbraio
ore 15:00

Trasformazione/Riconoscimento

davide valecchi | almost automatic landscapes
poetry reading | ambient live music

Viale Spartaco Lavagnini, 70 - 72
50129 Firenze

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Una poesia inedita

Poi lasceremo il concetto di conforto
per arrivare a dire: amore,
nel momento in cui i ricordi
saranno reperti che ci fanno ridere
come un'immagine di noi
a cui dobbiamo indulgenza
come la pietra ruvida e luminosa
che compone la nostra casa
prima di abbandonarla
perché dentro non c'è più nessuno
perché siamo altrove
anche se rimaniamo qui.


Una poesia inedita

Ieri quando abbiamo passato il lago
sentivo il tuo pensiero insieme al mio
condividere la gioia
di riconoscere i segni dei cervi
che avevano dormito nella terra
ai piedi di un castagno molto grande.
Ciò che mi insegni sulla solitudine
come valore e come condizione
naturale non ne viene scalfito
in alcun modo.





Una poesia inedita

Dentro a Il Libro di Gamma 2 c'erano
storie dai titoli bizzarri come
Il tigre per la coda e una parola,
tesseratto, mai più incontrata dopo.
Quell'anno usciva Dune: presi il film
come sigillo di un'identità
che aveva inizio e un posto dove stare.
Forse è superfluo dire che quel libro
era tuo, comprato nel periodo
in cui la fantascienza diventò
adulta e uscivano pubblicazioni
con copertine sobrie, quasi austere,
mentre il calore dei viaggi spaziali
lasciava il posto al freddo della mente.



Una poesia inedita

Se fossimo fantasmi - mi dicevi
dentro un pomeriggio di nitidezza
autunnale - se fossimo fantasmi
il tempo non avrebbe senso e invece
le tue mani sono piene di terra
perchè hai giocato fuori tutto il giorno
e in controluce la terra rivela
i minerali che l'hanno formata
mentre il grado di finezza appartiene
alla sabbia gettata nel cortile
della scuola accanto ai pini marittimi.


Una poesia inedita

Se insisto che non c'è rimasto niente
in mezzo agli alberi, mi dici osserva
meglio la forma degli spazi e trova
i sentieri che abbiamo già percorso
anche se adesso non vedi che foglie,
perché ai nostri occhi questo luogo
portava i segni di una costruzione
umana e certe geometrie che a volte
sembravano parlare di una nostra
vita possibile, di altri confini
che sarà necessario ricordare
per liberarci di tutti i nomi
che eravamo.