Segnalo con piacere che la mia raccolta inedita di poesie La strada del nutrimento, è tra le opere segnalate al Premio Bologna in Lettere 2020. Ringrazio la giuria per la segnalazione. Cliccando sull'immagine sottostante potete leggere la notizia completa. Più sotto una poesia tratta dalla raccolta.
Nel pomeriggio mi sentivo vuoto
mentre entravo nella sala d'attesa
perché avevo paura della noia.
L'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.
Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.
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Qualche riga inedita
Se non fosse per te sarei rimasto
nell'aria arancione di giorni immobili
scambiando cose morte per bellezza
con i fantasmi che credevo amore.
nell'aria arancione di giorni immobili
scambiando cose morte per bellezza
con i fantasmi che credevo amore.
Qualche riga inedita
Se la terra sciolta dalla pioggia
contiene un insegnamento
mentre si ferma e si asciuga
sotto alle ruote delle macchine
non è la promessa del futuro
ma la dolcezza della realtà
dove nessuna minaccia esiste.
Una poesia inedita
Se ti chiedo quale corrispondenza
si stabilisca tra la superficie
e la luce che cade su un frammento
di mattone raccolto sulla strada
di casa e questa breve gioia che accende
il ricordo di un tempo non più nostro
tu mi rispondi che è solo il passato
la malattia e che la guarigione
avviene sempre per intero
e in una volta sola.
si stabilisca tra la superficie
e la luce che cade su un frammento
di mattone raccolto sulla strada
di casa e questa breve gioia che accende
il ricordo di un tempo non più nostro
tu mi rispondi che è solo il passato
la malattia e che la guarigione
avviene sempre per intero
e in una volta sola.
Un testo inedito
Sbaglio nel descrivere
la luce sul tuo viso
perché la tonalità
mi ricorda un tempo
di mura confortevoli
un vento che parla
una separazione
e non si dice niente
senza imperfezione
senza un tradimento
di noi stessi.
la luce sul tuo viso
perché la tonalità
mi ricorda un tempo
di mura confortevoli
un vento che parla
una separazione
e non si dice niente
senza imperfezione
senza un tradimento
di noi stessi.
Una poesia inedita
Il viaggio fino all’olivo dove comincia l’estate
è una questione di poche centinaia di metri
ma il terreno restituisce piccoli oggetti meccanici
che non riconosco e mi fermo contro il tuo consiglio
perché questa in fondo è la nostra strada
e non so cosa sia successo in questi anni
passati a osservare ogni scheggia
tentando di assomigliare a qualcosa o a qualcuno.
Noi non apparteniamo a questo luogo mi dici
di fatto questo luogo non esiste
ascolta il tuo canto
fino a quando non sarà più nemmeno tuo
e mi vedrai come vedrai te stesso
insieme a coloro che credi perduti.
è una questione di poche centinaia di metri
ma il terreno restituisce piccoli oggetti meccanici
che non riconosco e mi fermo contro il tuo consiglio
perché questa in fondo è la nostra strada
e non so cosa sia successo in questi anni
passati a osservare ogni scheggia
tentando di assomigliare a qualcosa o a qualcuno.
Noi non apparteniamo a questo luogo mi dici
di fatto questo luogo non esiste
ascolta il tuo canto
fino a quando non sarà più nemmeno tuo
e mi vedrai come vedrai te stesso
insieme a coloro che credi perduti.
Una poesia inedita
Nel libro c'è scritto che il passato è tutto
ti dico fissando le minutaglie del sottobosco
cadute l'anno scorso o forse l’anno prima
come se la rovina fosse motivo d'orgoglio
come se riconoscermi nella caducità
equivalesse a stare al mondo.
Ma il tuo sguardo è di segno contrario
non parli perché non c’è bisogno
e lo so anche io che il passato non è nulla in fondo
anche se tutto quello che facciamo adesso
non è altro che camminare accanto.
ti dico fissando le minutaglie del sottobosco
cadute l'anno scorso o forse l’anno prima
come se la rovina fosse motivo d'orgoglio
come se riconoscermi nella caducità
equivalesse a stare al mondo.
Ma il tuo sguardo è di segno contrario
non parli perché non c’è bisogno
e lo so anche io che il passato non è nulla in fondo
anche se tutto quello che facciamo adesso
non è altro che camminare accanto.
Una poesia inedita
Quando ho imparato a non guardare al lamento della ruggine
ma alla sua bellezza, eravamo insieme sulla strada di casa,
vicino all'ortica più alta, segno della presenza del ferro.
Il sole e la pioggia hanno lavorato bene, mi hai detto,
la vita è rinnovata, il fascino dell'abbandono e del silenzio
nascono dentro, cercali con indulgenza e amali affinché la luce
li collochi nel loro luogo, insieme a tutto il resto, nel presente.
ma alla sua bellezza, eravamo insieme sulla strada di casa,
vicino all'ortica più alta, segno della presenza del ferro.
Il sole e la pioggia hanno lavorato bene, mi hai detto,
la vita è rinnovata, il fascino dell'abbandono e del silenzio
nascono dentro, cercali con indulgenza e amali affinché la luce
li collochi nel loro luogo, insieme a tutto il resto, nel presente.
Una poesia inedita
Non hai bisogno di queste reliquie,
mi dici, quando ti mostro il dischetto
scolorito con il numero dieci
che ho ritrovato nell’erba.
L’uomo che aspettava sulla strada
a me sembrava Yves Montand,
ma non ci siamo fermati,
non abbiamo provato a dirgli niente,
neanche un cenno, un gesto,
non una parola.
Sei ancora fuori fuoco, non ci sei,
guardi indietro. Il passato è una droga
che ti riempie soprattutto gli occhi
e non ti accorgi che non eravamo qui
perché siamo qui adesso.
mi dici, quando ti mostro il dischetto
scolorito con il numero dieci
che ho ritrovato nell’erba.
L’uomo che aspettava sulla strada
a me sembrava Yves Montand,
ma non ci siamo fermati,
non abbiamo provato a dirgli niente,
neanche un cenno, un gesto,
non una parola.
Sei ancora fuori fuoco, non ci sei,
guardi indietro. Il passato è una droga
che ti riempie soprattutto gli occhi
e non ti accorgi che non eravamo qui
perché siamo qui adesso.
Una poesia inedita
La nostra primavera inizia sempre
quando le viole nascono nel cavo
dell'olivo, sul sentiero che porta
al confine del campo e dentro il bosco.
Aspetteremo la prima domenica
di sole per andarci e rivedere
i nostri volti immobili, riflessi
su ogni minuzia vegetale dove
di anno in anno è caduto il nostro sguardo.
Aspetteremo la prima domenica
di sole e poi potremo controllare
che nonostante tutti i mesi freddi
l'amore è semplice come si dice
perché alla fine quelli che non c'erano
eravamo semplicemente noi.
quando le viole nascono nel cavo
dell'olivo, sul sentiero che porta
al confine del campo e dentro il bosco.
Aspetteremo la prima domenica
di sole per andarci e rivedere
i nostri volti immobili, riflessi
su ogni minuzia vegetale dove
di anno in anno è caduto il nostro sguardo.
Aspetteremo la prima domenica
di sole e poi potremo controllare
che nonostante tutti i mesi freddi
l'amore è semplice come si dice
perché alla fine quelli che non c'erano
eravamo semplicemente noi.
una poesia inedita
E se il bosco non finisse mi hai detto
se l'ombra di questa cattedrale
proseguisse senza interruzioni
potremmo risalire il monte e superarlo
poi scendere dall'altra parte
e costruire un rifugio
per aspettare che passi il freddo
raccontandoci storie.
Potrei chiederti se conosci
il posto che ho visto in un libro,
un pianeta dove la luce del giorno
è uguale al neon della nostra vecchia cucina,
dove gli edifici sembrano disegnati a carboncino
e le astronavi arrivano una volta a settimana
perché è lontano dalle rotte consuete
e non c'è poi molto da fare
oltre a guardare il cielo.
se l'ombra di questa cattedrale
proseguisse senza interruzioni
potremmo risalire il monte e superarlo
poi scendere dall'altra parte
e costruire un rifugio
per aspettare che passi il freddo
raccontandoci storie.
Potrei chiederti se conosci
il posto che ho visto in un libro,
un pianeta dove la luce del giorno
è uguale al neon della nostra vecchia cucina,
dove gli edifici sembrano disegnati a carboncino
e le astronavi arrivano una volta a settimana
perché è lontano dalle rotte consuete
e non c'è poi molto da fare
oltre a guardare il cielo.
una poesia inedita
Il rosso dei mattoni era appena un'ombra
ai bordi della strada per la casa vecchia
quando m'indicasti l'anomalia del colore
ma bastò a risentire gli anni eliminati
l'esposizione al sole dei nastri magnetici
la musica che si intubava fino a spegnersi
e certi legami che non riesco a collocare
nonostante un fondo di gioia che permane
a cui possiamo attingere all'occorrenza.
ai bordi della strada per la casa vecchia
quando m'indicasti l'anomalia del colore
ma bastò a risentire gli anni eliminati
l'esposizione al sole dei nastri magnetici
la musica che si intubava fino a spegnersi
e certi legami che non riesco a collocare
nonostante un fondo di gioia che permane
a cui possiamo attingere all'occorrenza.
Una poesia inedita
Poi lasceremo il concetto di conforto
per arrivare a dire: amore,
nel momento in cui i ricordi
saranno reperti che ci fanno ridere
come un'immagine di noi
a cui dobbiamo indulgenza
come la pietra ruvida e luminosa
che compone la nostra casa
prima di abbandonarla
perché dentro non c'è più nessuno
perché siamo altrove
anche se rimaniamo qui.
per arrivare a dire: amore,
nel momento in cui i ricordi
saranno reperti che ci fanno ridere
come un'immagine di noi
a cui dobbiamo indulgenza
come la pietra ruvida e luminosa
che compone la nostra casa
prima di abbandonarla
perché dentro non c'è più nessuno
perché siamo altrove
anche se rimaniamo qui.
Una poesia inedita
Ieri quando abbiamo passato il lago
sentivo il tuo pensiero insieme al mio
condividere la gioia
di riconoscere i segni dei cervi
che avevano dormito nella terra
ai piedi di un castagno molto grande.
Ciò che mi insegni sulla solitudine
come valore e come condizione
naturale non ne viene scalfito
in alcun modo.
sentivo il tuo pensiero insieme al mio
condividere la gioia
di riconoscere i segni dei cervi
che avevano dormito nella terra
ai piedi di un castagno molto grande.
Ciò che mi insegni sulla solitudine
come valore e come condizione
naturale non ne viene scalfito
in alcun modo.
Una poesia inedita
Dentro a Il Libro di Gamma 2 c'erano
storie dai titoli bizzarri come
Il tigre per la coda e una parola,
tesseratto, mai più incontrata dopo.
Quell'anno usciva Dune: presi il film
come sigillo di un'identità
che aveva inizio e un posto dove stare.
Forse è superfluo dire che quel libro
era tuo, comprato nel periodo
in cui la fantascienza diventò
adulta e uscivano pubblicazioni
con copertine sobrie, quasi austere,
mentre il calore dei viaggi spaziali
lasciava il posto al freddo della mente.
storie dai titoli bizzarri come
Il tigre per la coda e una parola,
tesseratto, mai più incontrata dopo.
Quell'anno usciva Dune: presi il film
come sigillo di un'identità
che aveva inizio e un posto dove stare.
Forse è superfluo dire che quel libro
era tuo, comprato nel periodo
in cui la fantascienza diventò
adulta e uscivano pubblicazioni
con copertine sobrie, quasi austere,
mentre il calore dei viaggi spaziali
lasciava il posto al freddo della mente.
Una poesia inedita
Se fossimo fantasmi - mi dicevi
dentro un pomeriggio di nitidezza
autunnale - se fossimo fantasmi
il tempo non avrebbe senso e invece
le tue mani sono piene di terra
perchè hai giocato fuori tutto il giorno
e in controluce la terra rivela
i minerali che l'hanno formata
mentre il grado di finezza appartiene
alla sabbia gettata nel cortile
della scuola accanto ai pini marittimi.
dentro un pomeriggio di nitidezza
autunnale - se fossimo fantasmi
il tempo non avrebbe senso e invece
le tue mani sono piene di terra
perchè hai giocato fuori tutto il giorno
e in controluce la terra rivela
i minerali che l'hanno formata
mentre il grado di finezza appartiene
alla sabbia gettata nel cortile
della scuola accanto ai pini marittimi.
Una poesia inedita
Se insisto che non c'è rimasto niente
in mezzo agli alberi, mi dici osserva
meglio la forma degli spazi e trova
i sentieri che abbiamo già percorso
anche se adesso non vedi che foglie,
perché ai nostri occhi questo luogo
portava i segni di una costruzione
umana e certe geometrie che a volte
sembravano parlare di una nostra
vita possibile, di altri confini
che sarà necessario ricordare
per liberarci di tutti i nomi
che eravamo.
in mezzo agli alberi, mi dici osserva
meglio la forma degli spazi e trova
i sentieri che abbiamo già percorso
anche se adesso non vedi che foglie,
perché ai nostri occhi questo luogo
portava i segni di una costruzione
umana e certe geometrie che a volte
sembravano parlare di una nostra
vita possibile, di altri confini
che sarà necessario ricordare
per liberarci di tutti i nomi
che eravamo.
Una poesia inedita
Il 1980
fu un anno decisamente buono
per la luce televisiva
eletta a conforto dei mesi freddi
e quasi uguale ai riflessi
sulle pareti bianche in estate
prima della sveglia
quando le astronavi
erano già oltre le colline
appena in tempo per non essere viste
dopo aver aperto le finestre.
fu un anno decisamente buono
per la luce televisiva
eletta a conforto dei mesi freddi
e quasi uguale ai riflessi
sulle pareti bianche in estate
prima della sveglia
quando le astronavi
erano già oltre le colline
appena in tempo per non essere viste
dopo aver aperto le finestre.
una poesia inedita
Quando ti ho chiesto che cosa sia il tempo
mi hai detto di fare molta attenzione
a certe parole-mondo che è difficile
usare senza implicazioni o rischi
ma che tra noi possiamo immaginarci
quando nessuno dei due dentro al mondo
c'era ancora, tornando indietro come
su ali fino a veder costruire
i muri a secco nei campi, gli stessi
che ritenevo segni di una nostra
civiltà megalitica e che invece
spiegavi sono fatti per tenere
la terra e lavorare senza pena
in queste zone scoscese.
mi hai detto di fare molta attenzione
a certe parole-mondo che è difficile
usare senza implicazioni o rischi
ma che tra noi possiamo immaginarci
quando nessuno dei due dentro al mondo
c'era ancora, tornando indietro come
su ali fino a veder costruire
i muri a secco nei campi, gli stessi
che ritenevo segni di una nostra
civiltà megalitica e che invece
spiegavi sono fatti per tenere
la terra e lavorare senza pena
in queste zone scoscese.
Una poesia inedita
E quando tutto quello che ci resta,
in un tempo che vorremmo chiamare fine
senza riuscirci, sono i nostri nomi,
guardando da una presunta sommità
la distesa quasi interminabile dei ricordi
mischiati con le foglie del bosco
è come se vedessimo per la prima volta
forme, colori e consistenze
di identità che dovrebbero rappresentarci
ma di cui non conosciamo niente
al di là dei giochi di luce transitori
che ci aprono comunque dentro
piccole voragini.
in un tempo che vorremmo chiamare fine
senza riuscirci, sono i nostri nomi,
guardando da una presunta sommità
la distesa quasi interminabile dei ricordi
mischiati con le foglie del bosco
è come se vedessimo per la prima volta
forme, colori e consistenze
di identità che dovrebbero rappresentarci
ma di cui non conosciamo niente
al di là dei giochi di luce transitori
che ci aprono comunque dentro
piccole voragini.
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