Una poesia inedita

E quando tutto quello che ci resta,
in un tempo che vorremmo chiamare fine
senza riuscirci, sono i nostri nomi,
guardando da una presunta sommità
la distesa quasi interminabile dei ricordi
mischiati con le foglie del bosco
è come se vedessimo per la prima volta
forme, colori e consistenze
di identità che dovrebbero rappresentarci
ma di cui non conosciamo niente
al di là dei giochi di luce transitori
che ci aprono comunque dentro
piccole voragini.





Una poesia inedita

Siamo scesi dentro al colore della stagione
solo quando era un riflesso sulle nostre facce
l'aumentare della distanza dal luogo
abbandonato alle intemperie.

Com’era giusto,
il nostro sigillo sulle pietre
e su tutti gli oggetti rimasti
ha cominciato a sbiadire un secondo
dopo i primi passi nell'altra direzione:
com'era chiaro
che non avremmo avuto un adesso
da confrontare e volontariamente
abbiamo scelto un sentiero.



traduzioni

Il 2018 è stato un anno importante per me. Quest'anno, infatti, ho fatto il mio esordio ufficiale come traduttore dalla lingua inglese, per lo storico editore romano Newton Compton.

Tradurre è sempre stato uno di miei sogni nel cassetto e, grazie a un fortunato incontro avvenuto tramite anobii, sono entrato in contatto con una editor e traduttrice professionale che mi ha offerto la possibilità di tradurre sul serio. Per questo le sarò sempre grato.

Questi sono i libri che ho tradotto nel 2018. Per saperne di più, basta fare click sull'immagine.




new album in 2019: almost automatic landscapes




Una poesia inedita

Oggi abbiamo raggiunto il confine del bosco
dove il mio libro sui minerali chiariva
che le arborescenze sulla roccia
non sono fossili ma ossido di manganese
e dove gli anni sono sparpagliati
come entità naturali dappertutto.

In questo punto parlare ci aiuta
a ricollocarci temporalmente
mentre ci oltrepassano altre vite
che vorrebbero spacciarsi per nostre
e sostituirci.


almost automatic landscapes | nuovo video

Un piccolo video per il brano a threshold del mio progetto di musica elettronica Aal (almost automatic landscapes). Il brano fa parte dell'album a season, uscito a fine 2017, e disponibile tramite la mia etichettina personale aalmusic, qui: https://aalmusic.bandcamp.com/album/a-season

Il video è un'animazione di alcune copertine di Urania Mondaori, a firma Karel Thole, fonte inesauribile di ispirazione.

Una poesia inedita

In uno degli ultimi giorni mi parlavi del futuro
guardando un taglio in via di guarigione
che mi ero procurato giocando
e che continuavo a sfiorare senza sosta.

Poi raccogliesti un sasso al margine del campo incolto
caduto certamente da un carico di ghiaia
diretto alla casa più avanti quando era in costruzione.

Il cambiamento ha velocità diverse per ogni entità
mi dicevi rigirando il sasso tra indice e pollice
dove ti lasciava un velo di terra secca.





The Expanding Universe + almost automatic landscapes

Annuncio con orgoglio che Sabato 7 luglio 2018, ore 18:00, nella suggestiva cornice degli Scavi Archeologici Etruschi di Frascole (Dicomano) avrò il piacere di aprire - con il mio progetto almost automatic landscapes - per The Expanding Universe, in una live performance all'insegna della ricerca a della sperimentazione elettronica e poetica. Per saperne di più continuate a leggere.

L'evento è inserito all'interno dell'Estate Frascolana, una serie di appuntamenti dedicati all'arte, alla musica e alla cultura patrocinati dal Comune Di Dicomano e dal Museo Archeologico di Dicomano. Ingresso Gratuito.

The Expanding Universe + almost automatic landscapes

un doppio appuntamento con la musica elettronica di ricerca e con i suoni "altri"

Sabato 7 luglio 2018
Scavi Archeologici Etruschi di Frascole (Dicomano)
ore 18:00
ingresso gratuito


The Expanding Universe è un'unità di ricerca elettronica che si ispira ai principi della Musica Intuitiva formulati da Karlheinz Stockhausen alla fine degli anni Sessanta.

Fondata nel 2014, l'ensemble ha operato in formazioni variabili
- dai due agli 11 elementi - raggiungendo la composizione attuale nel 2017 - Aldo Aliprandi (monocordo, piatti, laptop), Alessandra Trevisan (voce), Johann Merrich (sintetizzatori) -
e continuando a ospitare musicisti all'interno della formazione a seconda del contesto.

I metodi della Musica Intuitiva vengono affinati dal trio nel 2016, a seguito di un workshop a essa dedicato e condotto da Markus Stockhausen.

L'ensemble esegue partiture grafiche e verbali di propria produzione ed è stato invitato a partecipare a importanti manifestazioni quali il Santarcangelo Festival (luglio 2018) e la
57esima Biennale d'Arte di Venezia, occasione in cui il trio è invitato dall'artista Xavier Veilhan a lavorare all'interno dell'opera Studio Venezia, Padiglione Francia.

The Expanding Universe è una produzione di electronicgirls.org, netlabel dedicata alla sperimentazione elettronica, in collaborazione con Live Arts Cultures - associazione culturale dedita ai linguaggi del contemporaneo con sede a Forte Marghera, Venezia Mestre.

Data la caratteristica volutamente aleatoria e non-finita delle sue espressioni, The Expanding Universe non ha fin ora avuto in progetto la registrazione di un album.
Per fruire di qualche esempio delle sue sonorità rimandiamo a una performance live al Teatro Arsenale di Milano,
ottobre 2017:



almost automatic landscapes (cioè paesaggi sonori quasi automatici, in passato aal). È un progetto solista fondato da Davide Valecchi nel 2001 che si occupa principalmente di musica elettronica.

Inizialmente connotato in chiave ambient e dark ambient si evolve negli anni successivi verso una forma di flusso sonoro che include influenze di musica concreta, acusmatica, glitch, microsound, minimalismo, drone, noise e industrial.

Grazie principalmente alle etichette S'agita Recordings (di Roma) e AFE Records (di Milano) tra il 2001 e il 2009 vengono pubblicati diversi lavori anche in collaborazione con altri artisti della stessa area sonora. La ricerca alla base del progetto muove da impulsi istintivi e quindi dall'improvvisazione (attraverso strumenti musicali come sintetizzatori, pianoforte, percussioni, basso, chitarra) unita a fonti sonore disparate, dai field recordings alle onde radio al processing digitale, in un costante e mai finito inseguimento di un'idea, un tentativo di fissare in una forma sonora un paesaggio interiore che comprenda frammenti di realtà e di sogno, memoria, vita immaginaria, altre dimensioni ed altri tempi, con frequenti suggestioni provenienti dalla letteratura (soprattutto fantascientifica ma non solo).

La ricerca sonora procede di pari passo con l'indagine sulla parola, condotta attraverso la scrittura poetica: questi due mondi spesso si toccano, si uniscono e si sovrappongono, dando vita a un'entità dove le relazioni spazio-temporali, culturali ed emotive si frantumano e si riannodano in nuove connessioni. Dopo un periodo di stop di qualche anno alla fine del 2017 vede la luce un nuovo disco di almost automatic landscapes, intitolato “a season” e contenente materiale audio registrato e assemblato nel decennio 2007-2017.


a season: una recensione

Ripropongo una bellissima recensione uscita su Ver Sacrum, a cura di Franca Santoro, dedicata al mio ultimo lavoro come almost automatic landscapes, intitolato a season, pubblicato negli ultimi giorni del 2017 per la mia piccola label personale aalmusic. Per leggere la recensione sul sito di Ver Sacrum cliccate sull'immagine. In fondo all'articolo potete vedere e ascoltare il brano lost somewhere tratto dal disco.






Una poesia inedita

Coltivare la nebbia è un esercizio
che porta danno alla nostra natura
proprio quando sarebbe necessario
restare definiti sulla terra
compatta e dare i nostri veri nomi
per la prima volta.

Questo una mattina di cielo chiuso
contando sull’assenza delle ombre
dopo che cominciando a camminare
ci siamo presi per mano.


una poesia inedita

La migliore condizione per essere
felici, mi hai insegnato, è giocare
dopo la pioggia, quando l'aria è chiara
ma il cielo è ancora grigio e protettivo.

Mi interesso alla forma delle pietre
che si stanno asciugando, rivelando
la loro natura sedimentaria,
immaginando il tempo che ci vorrà
perché anche la dolcezza che proviamo
diventi pietra dopo essere stata
polvere.


Magari in un’ora del pomeriggio - II*

Magari in un’ora del pomeriggio
proprio nel luogo dove ti credevo
il sole rende dolce anche la pietra
entrando in risonanza con il sangue
che mi conferma vivo ma confonde
il tuo confine che non è più a fuoco.

Dalla tua fronte qualcuno cancella
una lettera sola, pochi passi
e la tua storia non ha consistenza
mentre il tuo nome gira nell’aria
visibile soltanto quando filtra
la luce dalle persiane socchiuse
dentro la stanza dove sono stato
sempre fin dall’inizio.

(2018)

*poesia inedita  - seconda e conclusiva parte di un altro testo che dava il titolo al mio libro del 2011 uscito per Fara Editore. Qui i dettagli)