Il 1980
fu un anno decisamente buono
per la luce televisiva
eletta a conforto dei mesi freddi
e quasi uguale ai riflessi
sulle pareti bianche in estate
prima della sveglia
quando le astronavi
erano già oltre le colline
appena in tempo per non essere viste
dopo aver aperto le finestre.
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una poesia inedita
Quando ti ho chiesto che cosa sia il tempo
mi hai detto di fare molta attenzione
a certe parole-mondo che è difficile
usare senza implicazioni o rischi
ma che tra noi possiamo immaginarci
quando nessuno dei due dentro al mondo
c'era ancora, tornando indietro come
su ali fino a veder costruire
i muri a secco nei campi, gli stessi
che ritenevo segni di una nostra
civiltà megalitica e che invece
spiegavi sono fatti per tenere
la terra e lavorare senza pena
in queste zone scoscese.
mi hai detto di fare molta attenzione
a certe parole-mondo che è difficile
usare senza implicazioni o rischi
ma che tra noi possiamo immaginarci
quando nessuno dei due dentro al mondo
c'era ancora, tornando indietro come
su ali fino a veder costruire
i muri a secco nei campi, gli stessi
che ritenevo segni di una nostra
civiltà megalitica e che invece
spiegavi sono fatti per tenere
la terra e lavorare senza pena
in queste zone scoscese.
Una poesia inedita
E quando tutto quello che ci resta,
in un tempo che vorremmo chiamare fine
senza riuscirci, sono i nostri nomi,
guardando da una presunta sommità
la distesa quasi interminabile dei ricordi
mischiati con le foglie del bosco
è come se vedessimo per la prima volta
forme, colori e consistenze
di identità che dovrebbero rappresentarci
ma di cui non conosciamo niente
al di là dei giochi di luce transitori
che ci aprono comunque dentro
piccole voragini.
in un tempo che vorremmo chiamare fine
senza riuscirci, sono i nostri nomi,
guardando da una presunta sommità
la distesa quasi interminabile dei ricordi
mischiati con le foglie del bosco
è come se vedessimo per la prima volta
forme, colori e consistenze
di identità che dovrebbero rappresentarci
ma di cui non conosciamo niente
al di là dei giochi di luce transitori
che ci aprono comunque dentro
piccole voragini.
Una poesia inedita
Siamo scesi dentro al colore della stagione
solo quando era un riflesso sulle nostre facce
l'aumentare della distanza dal luogo
abbandonato alle intemperie.
Com’era giusto,
il nostro sigillo sulle pietre
e su tutti gli oggetti rimasti
ha cominciato a sbiadire un secondo
dopo i primi passi nell'altra direzione:
com'era chiaro
che non avremmo avuto un adesso
da confrontare e volontariamente
abbiamo scelto un sentiero.
solo quando era un riflesso sulle nostre facce
l'aumentare della distanza dal luogo
abbandonato alle intemperie.
Com’era giusto,
il nostro sigillo sulle pietre
e su tutti gli oggetti rimasti
ha cominciato a sbiadire un secondo
dopo i primi passi nell'altra direzione:
com'era chiaro
che non avremmo avuto un adesso
da confrontare e volontariamente
abbiamo scelto un sentiero.
Una poesia inedita
Oggi abbiamo raggiunto il confine del bosco
dove il mio libro sui minerali chiariva
che le arborescenze sulla roccia
non sono fossili ma ossido di manganese
e dove gli anni sono sparpagliati
come entità naturali dappertutto.
In questo punto parlare ci aiuta
a ricollocarci temporalmente
mentre ci oltrepassano altre vite
che vorrebbero spacciarsi per nostre
e sostituirci.
dove il mio libro sui minerali chiariva
che le arborescenze sulla roccia
non sono fossili ma ossido di manganese
e dove gli anni sono sparpagliati
come entità naturali dappertutto.
In questo punto parlare ci aiuta
a ricollocarci temporalmente
mentre ci oltrepassano altre vite
che vorrebbero spacciarsi per nostre
e sostituirci.
Una poesia inedita
In uno degli ultimi giorni mi parlavi del futuro
guardando un taglio in via di guarigione
che mi ero procurato giocando
e che continuavo a sfiorare senza sosta.
Poi raccogliesti un sasso al margine del campo incolto
caduto certamente da un carico di ghiaia
diretto alla casa più avanti quando era in costruzione.
Il cambiamento ha velocità diverse per ogni entità
mi dicevi rigirando il sasso tra indice e pollice
dove ti lasciava un velo di terra secca.
guardando un taglio in via di guarigione
che mi ero procurato giocando
e che continuavo a sfiorare senza sosta.
Poi raccogliesti un sasso al margine del campo incolto
caduto certamente da un carico di ghiaia
diretto alla casa più avanti quando era in costruzione.
Il cambiamento ha velocità diverse per ogni entità
mi dicevi rigirando il sasso tra indice e pollice
dove ti lasciava un velo di terra secca.
Una poesia inedita
Coltivare la nebbia è un esercizio
che porta danno alla nostra natura
proprio quando sarebbe necessario
restare definiti sulla terra
compatta e dare i nostri veri nomi
per la prima volta.
Questo una mattina di cielo chiuso
contando sull’assenza delle ombre
dopo che cominciando a camminare
ci siamo presi per mano.
che porta danno alla nostra natura
proprio quando sarebbe necessario
restare definiti sulla terra
compatta e dare i nostri veri nomi
per la prima volta.
Questo una mattina di cielo chiuso
contando sull’assenza delle ombre
dopo che cominciando a camminare
ci siamo presi per mano.
una poesia inedita
La migliore condizione per essere
felici, mi hai insegnato, è giocare
dopo la pioggia, quando l'aria è chiara
ma il cielo è ancora grigio e protettivo.
Mi interesso alla forma delle pietre
che si stanno asciugando, rivelando
la loro natura sedimentaria,
immaginando il tempo che ci vorrà
perché anche la dolcezza che proviamo
diventi pietra dopo essere stata
polvere.
felici, mi hai insegnato, è giocare
dopo la pioggia, quando l'aria è chiara
ma il cielo è ancora grigio e protettivo.
Mi interesso alla forma delle pietre
che si stanno asciugando, rivelando
la loro natura sedimentaria,
immaginando il tempo che ci vorrà
perché anche la dolcezza che proviamo
diventi pietra dopo essere stata
polvere.
Magari in un’ora del pomeriggio - II*
Magari in un’ora del pomeriggio
proprio nel luogo dove ti credevo
il sole rende dolce anche la pietra
entrando in risonanza con il sangue
che mi conferma vivo ma confonde
il tuo confine che non è più a fuoco.
Dalla tua fronte qualcuno cancella
una lettera sola, pochi passi
e la tua storia non ha consistenza
mentre il tuo nome gira nell’aria
visibile soltanto quando filtra
la luce dalle persiane socchiuse
dentro la stanza dove sono stato
sempre fin dall’inizio.
(2018)
*poesia inedita - seconda e conclusiva parte di un altro testo che dava il titolo al mio libro del 2011 uscito per Fara Editore. Qui i dettagli)
proprio nel luogo dove ti credevo
il sole rende dolce anche la pietra
entrando in risonanza con il sangue
che mi conferma vivo ma confonde
il tuo confine che non è più a fuoco.
Dalla tua fronte qualcuno cancella
una lettera sola, pochi passi
e la tua storia non ha consistenza
mentre il tuo nome gira nell’aria
visibile soltanto quando filtra
la luce dalle persiane socchiuse
dentro la stanza dove sono stato
sempre fin dall’inizio.
(2018)
*poesia inedita - seconda e conclusiva parte di un altro testo che dava il titolo al mio libro del 2011 uscito per Fara Editore. Qui i dettagli)
Una poesia inedita*
[Wilhelm Sasnal]
Tutto comincia con la rottura
dei vasi sanguigni superficiali
e la comparsa di macchie rossastre
nel campo visivo.
È la malattia di chi resta
troppo a lungo a osservare
un orizzonte immobile
ascoltando la cantilena
dei sistemi di raffreddamento
mentre si accorge che non c'è altro
da osservare o da ascoltare
neanche guardandosi indietro.
(2013)
[*ispirata a un'opera di Wilhelm Sasnal vista qui]
Una poesia inedita
Nel pomeriggio mi sentivo vuoto,
mentre entravo nella sala d'attesa,
perché avevo paura della noia:
l'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.
Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.
mentre entravo nella sala d'attesa,
perché avevo paura della noia:
l'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.
Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.
Una poesia inedita
Poi un cartello di località
rimasto all'ombra per tutto l'inverno
indicava una frazione a lettere verdi
proprio dove sostava il tuo sguardo
quando parlavi di musica o di armonia
o del conforto di riconoscere come nostre
certe forme apparentemente distanti
certi disegni della ruggine sulla vernice
che avrei voluto chiamare fiori sbagliando.
rimasto all'ombra per tutto l'inverno
indicava una frazione a lettere verdi
proprio dove sostava il tuo sguardo
quando parlavi di musica o di armonia
o del conforto di riconoscere come nostre
certe forme apparentemente distanti
certi disegni della ruggine sulla vernice
che avrei voluto chiamare fiori sbagliando.
Una poesia inedita
Non so dove mi stai portando ma concordo
che dovremmo smettere di riempirci la bocca
di anni e guardare invece ai nostri passi attuali
al perché delle crepe nell’asfalto o sui muri
ma soprattutto al senso di ciò che ci assomiglia
in ogni colore cambiato dalla permanenza all’esterno
di oggetti che un tempo ci sembravano importanti
e che adesso aspettano soltanto di spaccarsi
a causa del gelo o del sole.
che dovremmo smettere di riempirci la bocca
di anni e guardare invece ai nostri passi attuali
al perché delle crepe nell’asfalto o sui muri
ma soprattutto al senso di ciò che ci assomiglia
in ogni colore cambiato dalla permanenza all’esterno
di oggetti che un tempo ci sembravano importanti
e che adesso aspettano soltanto di spaccarsi
a causa del gelo o del sole.
Una poesia inedita
Durante i giorni di pioggia più forte
guardando nella terra appena smossa
proprio dove comincia l’area incolta
non è raro vedere schegge rosse
di materiale edile proveniente
dalla casa che abbiamo immaginato.
Mi chino per raccogliere un ricordo
in attesa di un suono o di un commento:
essere vivi è semplice mi dici
perché siamo di carne e trasparenti
perché morire è una bugia del tempo
e perché l’energia che ci compone
resta comunque accesa in tutti i luoghi
che abbiamo detto nostri.
guardando nella terra appena smossa
proprio dove comincia l’area incolta
non è raro vedere schegge rosse
di materiale edile proveniente
dalla casa che abbiamo immaginato.
Mi chino per raccogliere un ricordo
in attesa di un suono o di un commento:
essere vivi è semplice mi dici
perché siamo di carne e trasparenti
perché morire è una bugia del tempo
e perché l’energia che ci compone
resta comunque accesa in tutti i luoghi
che abbiamo detto nostri.
Una poesia inedita
Siamo arrivati al cartello di bestie al pascolo
fermandoci a guardare l'onda dell'erba
che si avvicina e torna verso il bosco
come sostenuta da un riflesso di calcite.
Non c'è più niente da cercare:
abbiamo davanti il tempo
e quando arriverà l'inverno
solo le quantità di giorno e notte
saranno differenti.
A volte viene un uomo ad aprire la casa
e dare aria
ma non si accorge di noi
quando torna a valle
alzando gli occhi senza vederci
verso il noce più alto
da dove non ci siamo più mossi.
fermandoci a guardare l'onda dell'erba
che si avvicina e torna verso il bosco
come sostenuta da un riflesso di calcite.
Non c'è più niente da cercare:
abbiamo davanti il tempo
e quando arriverà l'inverno
solo le quantità di giorno e notte
saranno differenti.
A volte viene un uomo ad aprire la casa
e dare aria
ma non si accorge di noi
quando torna a valle
alzando gli occhi senza vederci
verso il noce più alto
da dove non ci siamo più mossi.
Una poesia inedita
Per noi va bene anche una piccola porzione di asfalto sbiancato
dove le ruote non vanno, qualche centimetro prima dell’erba.
Ci basterà contare il numero esatto delle microfratture
oppure osservare l’incidenza dell’acqua sul sedimento
per avere un luogo da chiamare mondo e sparire all’occorrenza
indistinguibili da un colpo residuale di vento o da un
miraggio del caldo
quando la stagione si sarà fatta più sopportabile.
Una poesia inedita
Quando mi hai insegnato come nascono i boschi
ho pensato al futuro della nostra casa dopo il crollo
a quanto dureranno le stagioni di trasformazione
prima che i rovi lascino il posto agli alti fusti
all'istante in cui la prima ghianda o castagna
germoglieranno nella certezza di rimanere in vita
e alle pietre dove i nostri ricordi continueranno
a esistere senza coscienza scorrendo
fino ad affievolirsi e infine spegnersi
secondo un tempo di decadimento
probabilmente lunghissimo.
ho pensato al futuro della nostra casa dopo il crollo
a quanto dureranno le stagioni di trasformazione
prima che i rovi lascino il posto agli alti fusti
all'istante in cui la prima ghianda o castagna
germoglieranno nella certezza di rimanere in vita
e alle pietre dove i nostri ricordi continueranno
a esistere senza coscienza scorrendo
fino ad affievolirsi e infine spegnersi
secondo un tempo di decadimento
probabilmente lunghissimo.
Una poesia inedita
Se la risposta è perdersi allora la vita è questa linea
sul terreno annerita per l'umidità
che si interrompe dove la intercetta il sole
e rende visibile senza errori
ciò che respiriamo quando è tardi.
C'era un'inconcludenza nella tua voce
mentre indicavi la zona dove fermarsi
o ribadivi un'impossibilità del vento
a contenere nomi soltanto nostri.
Sfumava il significato del luogo
e proseguire aveva lo stesso valore
di restare com'eri nella foto
soprattutto per il cielo
e la carta con i colori virati.
Forse era così anche allora:
sembrava vecchia o magari
ancora non scattata.
sul terreno annerita per l'umidità
che si interrompe dove la intercetta il sole
e rende visibile senza errori
ciò che respiriamo quando è tardi.
C'era un'inconcludenza nella tua voce
mentre indicavi la zona dove fermarsi
o ribadivi un'impossibilità del vento
a contenere nomi soltanto nostri.
Sfumava il significato del luogo
e proseguire aveva lo stesso valore
di restare com'eri nella foto
soprattutto per il cielo
e la carta con i colori virati.
Forse era così anche allora:
sembrava vecchia o magari
ancora non scattata.
Una poesia inedita
È stato durante un'estate meccanica,
quando un'impressione del sole
per qualche giorno inganna il freddo,
che siamo diventati trasparenti.
Con l'acqua e il tempo la nostra casa è morta:
non ci vedono più neanche gli animali
venuti a ripararsi fra le pietre.
Ti chiedo in che anno siamo.
Mi rispondi dopo un piccolo pensiero:
"Molto dopo".
quando un'impressione del sole
per qualche giorno inganna il freddo,
che siamo diventati trasparenti.
Con l'acqua e il tempo la nostra casa è morta:
non ci vedono più neanche gli animali
venuti a ripararsi fra le pietre.
Ti chiedo in che anno siamo.
Mi rispondi dopo un piccolo pensiero:
"Molto dopo".
Una poesia inedita
Il tuo più grande insegnamento
è questo noi depositato nel guardare
attentamente dove nasce l’erba,
nella zona tra terra e verde che ospita
micro città costruite di steli,
gusci vuoti di chiocciole, pietruzze,
fanghiglia. Nella nostra vita niente
differisce, il passato è nelle ossa,
da qui in avanti vedremo soltanto
ciò che la luce ci concederà,
fedeli ai movimenti del pianeta.
è questo noi depositato nel guardare
attentamente dove nasce l’erba,
nella zona tra terra e verde che ospita
micro città costruite di steli,
gusci vuoti di chiocciole, pietruzze,
fanghiglia. Nella nostra vita niente
differisce, il passato è nelle ossa,
da qui in avanti vedremo soltanto
ciò che la luce ci concederà,
fedeli ai movimenti del pianeta.
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