Una poesia inedita
Oggi abbiamo raggiunto il confine del bosco
dove il mio libro sui minerali chiariva
che le arborescenze sulla roccia
non sono fossili ma ossido di manganese
e dove gli anni sono sparpagliati
come entità naturali dappertutto.
In questo punto parlare ci aiuta
a ricollocarci temporalmente
mentre ci oltrepassano altre vite
che vorrebbero spacciarsi per nostre
e sostituirci.
dove il mio libro sui minerali chiariva
che le arborescenze sulla roccia
non sono fossili ma ossido di manganese
e dove gli anni sono sparpagliati
come entità naturali dappertutto.
In questo punto parlare ci aiuta
a ricollocarci temporalmente
mentre ci oltrepassano altre vite
che vorrebbero spacciarsi per nostre
e sostituirci.
almost automatic landscapes | nuovo video
Un piccolo video per il brano a threshold del mio progetto di musica elettronica Aal (almost automatic landscapes). Il brano fa parte dell'album a season, uscito a fine 2017, e disponibile tramite la mia etichettina personale aalmusic, qui: https://aalmusic.bandcamp.com/album/a-season
Il video è un'animazione di alcune copertine di Urania Mondaori, a firma Karel Thole, fonte inesauribile di ispirazione.
Una poesia inedita
In uno degli ultimi giorni mi parlavi del futuro
guardando un taglio in via di guarigione
che mi ero procurato giocando
e che continuavo a sfiorare senza sosta.
Poi raccogliesti un sasso al margine del campo incolto
caduto certamente da un carico di ghiaia
diretto alla casa più avanti quando era in costruzione.
Il cambiamento ha velocità diverse per ogni entità
mi dicevi rigirando il sasso tra indice e pollice
dove ti lasciava un velo di terra secca.
guardando un taglio in via di guarigione
che mi ero procurato giocando
e che continuavo a sfiorare senza sosta.
Poi raccogliesti un sasso al margine del campo incolto
caduto certamente da un carico di ghiaia
diretto alla casa più avanti quando era in costruzione.
Il cambiamento ha velocità diverse per ogni entità
mi dicevi rigirando il sasso tra indice e pollice
dove ti lasciava un velo di terra secca.
The Expanding Universe + almost automatic landscapes
Annuncio con orgoglio che Sabato 7 luglio 2018, ore 18:00, nella suggestiva cornice degli Scavi Archeologici Etruschi di Frascole (Dicomano) avrò il piacere di aprire - con il mio progetto almost automatic landscapes - per The Expanding Universe, in una live performance all'insegna della ricerca a della sperimentazione elettronica e poetica. Per saperne di più continuate a leggere.
L'evento è inserito all'interno dell'Estate Frascolana, una serie di appuntamenti dedicati all'arte, alla musica e alla cultura patrocinati dal Comune Di Dicomano e dal Museo Archeologico di Dicomano. Ingresso Gratuito.
The Expanding Universe + almost automatic landscapes
un doppio appuntamento con la musica elettronica di ricerca e con i suoni "altri"
Sabato 7 luglio 2018
Scavi Archeologici Etruschi di Frascole (Dicomano)
ore 18:00
ingresso gratuito
The Expanding Universe è un'unità di ricerca elettronica che
si ispira ai principi della Musica Intuitiva formulati da Karlheinz Stockhausen
alla fine degli anni Sessanta.
Fondata nel 2014, l'ensemble ha operato in formazioni variabili
- dai due agli 11 elementi - raggiungendo la composizione attuale
nel 2017 - Aldo Aliprandi (monocordo, piatti, laptop), Alessandra Trevisan
(voce), Johann Merrich (sintetizzatori) -
e continuando a ospitare musicisti all'interno della formazione a
seconda del contesto.
I metodi della Musica Intuitiva vengono affinati dal trio nel
2016, a seguito di un workshop a essa dedicato e condotto da Markus
Stockhausen.
L'ensemble esegue partiture grafiche e verbali di propria
produzione ed è stato invitato a partecipare a importanti manifestazioni quali
il Santarcangelo Festival (luglio 2018) e la
57esima Biennale d'Arte di Venezia, occasione in cui il trio è
invitato dall'artista Xavier Veilhan a lavorare all'interno dell'opera Studio
Venezia, Padiglione Francia.
The Expanding Universe è una produzione di
electronicgirls.org, netlabel dedicata alla sperimentazione elettronica, in
collaborazione con Live Arts Cultures - associazione culturale dedita ai
linguaggi del contemporaneo con sede a Forte Marghera, Venezia Mestre.
Data la caratteristica volutamente aleatoria e non-finita delle
sue espressioni, The Expanding Universe
non ha fin ora avuto in progetto la registrazione di un album.
Per fruire di qualche esempio delle sue sonorità rimandiamo a una
performance live al Teatro Arsenale di Milano,
ottobre 2017:
almost automatic landscapes (cioè paesaggi sonori quasi
automatici, in passato aal). È un
progetto solista fondato da Davide Valecchi nel 2001 che si occupa
principalmente di musica elettronica.
Inizialmente connotato in chiave ambient e dark ambient si evolve
negli anni successivi verso una forma di flusso sonoro che include influenze di
musica concreta, acusmatica, glitch, microsound, minimalismo, drone, noise e
industrial.
Grazie principalmente alle etichette S'agita Recordings (di Roma)
e AFE Records (di Milano) tra il 2001 e il 2009 vengono pubblicati diversi
lavori anche in collaborazione con altri artisti della stessa area sonora. La
ricerca alla base del progetto muove da impulsi istintivi e quindi
dall'improvvisazione (attraverso strumenti musicali come sintetizzatori,
pianoforte, percussioni, basso, chitarra) unita a fonti sonore disparate, dai
field recordings alle onde radio al processing digitale, in un costante e mai
finito inseguimento di un'idea, un tentativo di fissare in una forma sonora un
paesaggio interiore che comprenda frammenti di realtà e di sogno, memoria, vita
immaginaria, altre dimensioni ed altri tempi, con frequenti suggestioni
provenienti dalla letteratura (soprattutto fantascientifica ma non solo).
La ricerca sonora procede di pari passo con l'indagine sulla
parola, condotta attraverso la scrittura poetica: questi due mondi spesso si
toccano, si uniscono e si sovrappongono, dando vita a un'entità dove le
relazioni spazio-temporali, culturali ed emotive si frantumano e si riannodano
in nuove connessioni. Dopo un periodo di stop di qualche anno alla fine del
2017 vede la luce un nuovo disco di almost
automatic landscapes, intitolato “a season” e contenente materiale audio
registrato e assemblato nel decennio 2007-2017.
a season: una recensione
Ripropongo una bellissima recensione uscita su Ver Sacrum, a cura di Franca Santoro, dedicata al mio ultimo lavoro come almost automatic landscapes, intitolato a season, pubblicato negli ultimi giorni del 2017 per la mia piccola label personale aalmusic. Per leggere la recensione sul sito di Ver Sacrum cliccate sull'immagine. In fondo all'articolo potete vedere e ascoltare il brano lost somewhere tratto dal disco.
Una poesia inedita
Coltivare la nebbia è un esercizio
che porta danno alla nostra natura
proprio quando sarebbe necessario
restare definiti sulla terra
compatta e dare i nostri veri nomi
per la prima volta.
Questo una mattina di cielo chiuso
contando sull’assenza delle ombre
dopo che cominciando a camminare
ci siamo presi per mano.
che porta danno alla nostra natura
proprio quando sarebbe necessario
restare definiti sulla terra
compatta e dare i nostri veri nomi
per la prima volta.
Questo una mattina di cielo chiuso
contando sull’assenza delle ombre
dopo che cominciando a camminare
ci siamo presi per mano.
una poesia inedita
La migliore condizione per essere
felici, mi hai insegnato, è giocare
dopo la pioggia, quando l'aria è chiara
ma il cielo è ancora grigio e protettivo.
Mi interesso alla forma delle pietre
che si stanno asciugando, rivelando
la loro natura sedimentaria,
immaginando il tempo che ci vorrà
perché anche la dolcezza che proviamo
diventi pietra dopo essere stata
polvere.
felici, mi hai insegnato, è giocare
dopo la pioggia, quando l'aria è chiara
ma il cielo è ancora grigio e protettivo.
Mi interesso alla forma delle pietre
che si stanno asciugando, rivelando
la loro natura sedimentaria,
immaginando il tempo che ci vorrà
perché anche la dolcezza che proviamo
diventi pietra dopo essere stata
polvere.
Magari in un’ora del pomeriggio - II*
Magari in un’ora del pomeriggio
proprio nel luogo dove ti credevo
il sole rende dolce anche la pietra
entrando in risonanza con il sangue
che mi conferma vivo ma confonde
il tuo confine che non è più a fuoco.
Dalla tua fronte qualcuno cancella
una lettera sola, pochi passi
e la tua storia non ha consistenza
mentre il tuo nome gira nell’aria
visibile soltanto quando filtra
la luce dalle persiane socchiuse
dentro la stanza dove sono stato
sempre fin dall’inizio.
(2018)
*poesia inedita - seconda e conclusiva parte di un altro testo che dava il titolo al mio libro del 2011 uscito per Fara Editore. Qui i dettagli)
proprio nel luogo dove ti credevo
il sole rende dolce anche la pietra
entrando in risonanza con il sangue
che mi conferma vivo ma confonde
il tuo confine che non è più a fuoco.
Dalla tua fronte qualcuno cancella
una lettera sola, pochi passi
e la tua storia non ha consistenza
mentre il tuo nome gira nell’aria
visibile soltanto quando filtra
la luce dalle persiane socchiuse
dentro la stanza dove sono stato
sempre fin dall’inizio.
(2018)
*poesia inedita - seconda e conclusiva parte di un altro testo che dava il titolo al mio libro del 2011 uscito per Fara Editore. Qui i dettagli)
Una poesia inedita*
[Wilhelm Sasnal]
Tutto comincia con la rottura
dei vasi sanguigni superficiali
e la comparsa di macchie rossastre
nel campo visivo.
È la malattia di chi resta
troppo a lungo a osservare
un orizzonte immobile
ascoltando la cantilena
dei sistemi di raffreddamento
mentre si accorge che non c'è altro
da osservare o da ascoltare
neanche guardandosi indietro.
(2013)
[*ispirata a un'opera di Wilhelm Sasnal vista qui]
Una poesia inedita
Nel pomeriggio mi sentivo vuoto,
mentre entravo nella sala d'attesa,
perché avevo paura della noia:
l'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.
Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.
mentre entravo nella sala d'attesa,
perché avevo paura della noia:
l'edificio era strano, senza uguali,
con stanze ad angoli non retti, alte,
tutto grigio celeste, tutto vecchio,
in vista neanche un libro o un giornalino.
Ci siamo messi a sedere in silenzio
poi ti ho visto sorridere e annuire
verso il riflesso che correva in basso
sul pavimento, dove una figura
generata dal sole e dal vetro
saliva fino alla parete opposta.
Una poesia inedita
Poi un cartello di località
rimasto all'ombra per tutto l'inverno
indicava una frazione a lettere verdi
proprio dove sostava il tuo sguardo
quando parlavi di musica o di armonia
o del conforto di riconoscere come nostre
certe forme apparentemente distanti
certi disegni della ruggine sulla vernice
che avrei voluto chiamare fiori sbagliando.
rimasto all'ombra per tutto l'inverno
indicava una frazione a lettere verdi
proprio dove sostava il tuo sguardo
quando parlavi di musica o di armonia
o del conforto di riconoscere come nostre
certe forme apparentemente distanti
certi disegni della ruggine sulla vernice
che avrei voluto chiamare fiori sbagliando.
Una poesia inedita
Non so dove mi stai portando ma concordo
che dovremmo smettere di riempirci la bocca
di anni e guardare invece ai nostri passi attuali
al perché delle crepe nell’asfalto o sui muri
ma soprattutto al senso di ciò che ci assomiglia
in ogni colore cambiato dalla permanenza all’esterno
di oggetti che un tempo ci sembravano importanti
e che adesso aspettano soltanto di spaccarsi
a causa del gelo o del sole.
che dovremmo smettere di riempirci la bocca
di anni e guardare invece ai nostri passi attuali
al perché delle crepe nell’asfalto o sui muri
ma soprattutto al senso di ciò che ci assomiglia
in ogni colore cambiato dalla permanenza all’esterno
di oggetti che un tempo ci sembravano importanti
e che adesso aspettano soltanto di spaccarsi
a causa del gelo o del sole.
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