E’ la salita che farà il lavoro

(da: Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche, Fara Editore, Rimini, 2012)

«E’ la salita che farà il lavoro»,
dici, «non conta niente tutto il resto.
La sfocatura non è un’apparenza
ma il volto delle cose non rimaste.»

Eppure salgono ancora bagliori
da punti esatti sotto la distesa
di castagni e si possono vedere
piccoli cocci che brillano quasi
fino al livello del mare, voltandosi.

Il silenzio che mi hai gettato in pasto


Il silenzio che mi hai gettato in pasto
non sa di fiele ma ha il gusto del nulla
nascosto dentro le ombre del giorno,
delle parole scivolate via,
dei movimenti scanditi a memoria,
dei circoli di polvere che si alza
lungo spirali identiche da sempre

e di morsi dati all'aria.

Madre, l'ulivo delle viole è secco


Madre, l'ulivo delle viole è secco
da più di dieci anni, ma il suo spirito
resta nell'erba ricresciuta sopra
le sue radici, nelle stesse viole.
E se passandoci accanto mi fermo
in un giorno di vento,
sento il suono della tua voce, madre.

Perdono consistenza lentamente

da Magari in un'ora del pomeriggio, Fara Editore, Rimini, 2011

Perdono consistenza lentamente
scivolando sulla china del tempo
nella farragine delle parole
certi luoghi che avrei voluto offrirti
solo per una qualità di luce
che investiva il disegno delle ombre
sui tronchi dei castagni esposti al sole.

Un’idea di comunione segreta
costruita intorno a una tua presenza
possibile in un fragile sistema
di coincidenze si fa nebulosa
e svanisce. Con la dovuta calma.